Disney+ imbarca la pubblicità per aumentare gli abbonati
Disney+ va al rilancio in Italia
ItaliaOggi, pagina 18, di Claudio Plazzotta.
Con le testate cartacee della Disney ormai date da anni in appalto ad altre case editrici in Italia; con lo spegnimento dei canali tv Disney; con la fusione Disney-Fox, la gestione di molti esuberi, il trasferimento di tutto il business a Milano e l’abbandono degli uffici Fox a Roma; col lancio, nel marzo 2020 in Italia, dell’over the top Disney+ e il conseguente spegnimento pure di molti canali tv Fox su Sky; con la chiusura di tutti i 15 Disney store; e con la nuove regole di comunicazione della Disney (in pratica nessun manager parla mai, tranne che nelle rarissime conferenze stampa, tipo una all’anno), si è assistito in Italia a una sostanziale scomparsa di Disney.
Incredibile, perché si tratta del colosso dell’intrattenimento più celebre al mondo. Forse, qua e là, si è intercettato qualche brand di Marvel o di Star Wars (marchi della Disney), ma il gruppo Disney Italia, a livello corporate, è entrato in una sorta di letargo mediatico per quasi due anni. In realtà la nuova strategia mondiale di Disney, incentrata proprio sul lancio della piattaforma in streaming Disney+, puntava tutto sulla profondità della storica library Disney, dai Supereroi ai film Pixar, senza badare molto ai nuovi Originals locali che avrebbero dato occasioni di comunicazione ad hoc. E con questa impostazione, un po’ impersonale e adottata su tutti i mercati mondiali, Disney+ è arrivata ad avere 130 milioni di abbonati complessivi a fine 2021. Un successo insperato, raggiunto però grazie a tanti abbonamenti low cost in Asia, e forse anche non sufficiente a raggiungere il target fissato tra 230 e 260 milioni di abbonati per fine 2024.
La rivoluzione della pubblicità
Non è allora un caso che Disney abbia appena annunciato l’intenzione di lanciare una formula di abbonamento a Disney+ a prezzi più bassi (ora costa 7,99 dollari al mese, in Italia 8,99 euro al mese) e finanziata anche dalla pubblicità. Partirà a fine 2022 negli Usa, e si espanderà a livello internazionale nel 2023. E questa è una mossa che spariglia le carte di un mondo, quello dello streaming a pagamento, nel quale il leader Netflix ha finora sempre rifiutato le formule avod (advertising video on demand), privilegiate invece dai grandi broadcaster generalisti, e da offerte come Pluto di Paramount Global o Discovery+.
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(Nell’immagine il logo di Disney)