Conti d’oro e sogni di platino per Discovery-Warner
Discovery competerà con i big
ItaliaOggi, pagina 17, di Claudio Plazzotta.
La fusione tra Discovery e WarnerMedia è vicina, con la nascita di Warner Bros. Discovery che dovrebbe avvenire, come spiega David Zaslav, presidente e ceo di Discovery e numero uno della nuova società, «nel corso del secondo trimestre, tra aprile e giugno di quest’anno, dopo la riunione dei soci che è fissata per l’11 marzo». Compito prioritario del nuovo colosso da 52 miliardi di dollari di ricavi stimati nel 2023 sarà quello di «competere con i big dello streaming, con Disney+, con Netflix, anche perché abbiamo un sacco di proprietà intellettuali, di brand, molto identificabili e molto più larghi, come target, rispetto a Disney. E possiamo contare su una library più vasta di Netflix», aggiunge Zaslav.
Insomma, ai 221,8 milioni di abbonati Netflix, ai 196,4 milioni dei servizi in streaming del gruppo Disney e ai 56,1 milioni del gruppo Paramount, stanno per aggiungersi i 22 milioni di Discovery+, sommati a quelli di Hbo Max (stimati in 43,3 milioni). «Ma la competizione non significherà vincere la gara di chi spende di più per la produzione di contenuti originali. Discovery nel 2021 ha speso quattro miliardi di dollari per la produzione di contenuti originali. Siamo già vicini al picco. Noi dovremo fare investimenti per crescere in maniera significativa, ma in modo sostenibile e intelligente».
I brand del gruppo
Sfruttando al massimo le potenzialità di brand, lato Discovery, come Discovery channel, Hgtv, Food network, TLC, Investigation Discovery, Travel channel, Animal planet, Oprah Winfrey Network, Eurosport, da affiancare a brand, lato Warner, come DC Comics, Looney Tunes, Hbo, Warner Bros. o Cnn. E, a proposito di Cnn e della copertura del conflitto in Ucraina (il presidente di Discovery è di origine polacca e ucraina), Zaslav ha voluto rimarcare come «sia fiero dei giornalisti della Cnn, che vedo sul campo col giubbotto antiproiettile e l’elmetto, mentre invece i giornalisti degli altri network se ne stanno comodamente dietro le scrivanie a dare le loro opinioni».
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(Nell’immagine il logo di Discovery)