Pubblicato il 12/02/2022, 15:04 | Scritto da La Redazione
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Sigfrido Ranucci: Lo scoop de “Il Riformista” è una colossale bufala

Sigfrido Ranucci: Lo scoop de “Il Riformista” è una colossale bufala
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il conduttore di “Report” replica al quotidiano diretto da Piero Sansonetti. «Il video a cui fanno riferimento è del 2014. La magistratura mi ha già dato ragione», dice a “Il Fatto Quotidiano”.

Lo scoop anti-Report è vecchio: «Sul video ho già vinto la causa»

Il Fatto Quotidiano, pagina 16, di Alessandro Mantovani.

Sigfrido Ranucci appare fin troppo disinvolto quando dice ai due emissari, filmato a sua insaputa in un ristorante del centro di Roma, che possono spedire “la busta” con “il video” anche «senza mittente, da Bolzano, da Roma, Milano, Verona, Padova, Piacenza…», cioè «in maniera anonima», e lui potrà poi «costruire tutta la storia in un altro contesto», ovvero travestire l’operazione in modo che la Rai risulti aver pagato «persone o società che rivendono del materiale grezzo» che «non ha nulla a che vedere col video che mi è arrivato invece da voi». Si parla di «10-15 mila euro». Insomma una falsa fattura, questa l’intenzione che sembra emergere dalle parole del conduttore di Report, pronunciate nel 2014 quando peraltro al timone c’era Milena Gabanelli e Ranucci era il suo vice.

Le ha riesumate il Riformista di Piero Sansonetti, che ha messo online qualche minuto del video “rubato” senza però spiegare che è la vecchia storia dell’allora sindaco ex leghista di Verona, Flavio Tosi, e del presunto ricatto mai dimostrato, che i clan calabresi avrebbero operato ai suoi danni anche con un filmato di natura sessuale. Il video di cui parlavano al ristorante. Tutto agli atti di tre diverse indagini. Tosi infatti querelò Ranucci: archiviato. Lo querelò anche un ufficiale della Finanza, citato nell’incontro registrato: altra archiviazione, con tanto di riferimento del giudice di Padova a “manipolazioni” del “file audio depositato”, che non sappiamo, però, se corrisponda al filmato ora in possesso del Riformista.

Querele e controquerele

E Ranucci querelò Tosi, che il 30 settembre 2019 è stato assolto a Verona per mancanza dell’elemento soggettivo dall’accusa di calunnia e condannato a tre mesi per tre episodi di diffamazione (su cinque) ai danni di Ranucci, vicenda poi conclusa con una transazione prima dell’appello: sugli schermi di tv locali l’allora sindaco aveva detto cose come “mi fa schifo”, “sono delle merde”, “infami”, ma secondo il giudice aveva creduto in buona fede che Report costruisse un “falso dossier”. Invece, scrive il giudice, «il giornalista ha legittimamente esercitato un proprio diritto» cioè il diritto di cronaca. Un altro giudice, ordinando l’imputazione coatta per il sindaco, aveva scritto che Ranucci «lungi dalla andarsene in giro a diffamare Tosi, stava verificando la veridicità delle proprie notizie nella maniera più scrupolosa, ascoltando fonti informate e in grado di fornire prove certe».

I due che proponevano il video, vicini alla Lega, erano in teoria ostili a Tosi, al quale però uno è poi andato a riferire. Una trappola da cui Ranucci è uscito anche registrando a sua volta l’incontro, facendo così emergere le “manipolazioni” altrui. Nel filmato, che il Riformista metterà sul web a puntate, ci sono riferimenti ai contatti che Ranucci vanta negli apparati investigativi e nei Servizi e mille altre cose che i giornalisti dicono per far parlare la gente, ma in questo caso indignano Sansonetti. «Ranucci parla di un audio e questo è un video. Non può dire che è falso, manipolato e già edito. Il video è vero, originale e inedito. Dica semmai che questo è il suo modo di fare giornalismo, stavolta l’hanno pizzicato», dice al Fatto il direttore del Riformista.
(Continua su Il Fatto Quotidiano)

 

(Nella foto Sigfrido Ranucci)