Pubblicato il 13/07/2021, 11:32 | Scritto da Andrea Amato
Argomenti:

Mediaset: per un editore generalista è assurdo chiudere le dirette per due mesi

Mediaset: per un editore generalista è assurdo chiudere le dirette per due mesi
La scomparsa di Raffaella Carrà ha evidenziato come Cologno Monzese non possa permettersi di non avere contenitori di infotainment accesi tutto l’anno.

Mattino5 e Pomeriggio5 non hanno versioni estive

Una dozzina di giorni fa, in una videocall con alcuni giornalisti, il numero uno di Mediaset, Piersilvio Berlusconi, ha rivendicato due concetti strategici per la sua azienda: la tv generalista è in ottima salute e l’infotainment che abbiamo fatto finora è finito. La tv generalista è fondata sulla linearità della visione, ovvero sulla diretta, all’opposto degli OTT che hanno immense library on demand. Ma se la killer application della tv generalista è la diretta, allora, Mediaset non si può più permettere di andare in ferie con i programmi live a fine giugno, lasciando scoperti due mesi.

La morte di Raffaella Carrà ha evidenziato questa mancanza di Cologno Monzese: mentre la Rai ha fatto ore e ore di diretta, raccontando la commozione di un intero Paese per la scomparsa di uno dei più celebri volti tv della nostra storia (dalla camera ardente ai funerali), il Biscione mandava in onda repliche di soap opera, coprendo la notizia esclusivamente con i telegiornali.

L’infotainment non è morto, anzi

I programmi di infotainment della Rai hanno soddisfatto quel bisogno nazionalpopolare della grande maggioranza degli spettatori italiani, che si nutre storicamente di soft news. Nel secolo scorso attraverso i settimanali popolari, oggi con i contenitori televisivi delle reti generaliste. Tra le righe Piersilvio Berlusconi non ha detto che l’infotainment scomparirà dai canali Mediaset, ma con un intricato giro di parole ha spiegato che il linguaggio e i contenuti cavalcati finora (tradotto il trash) non troveranno più spazio.

Che è cosa ben diversa dal chiudere quegli spazi di diretta necessari per un editore generalista. Dopo il mio editoriale, in cui reputavo come sconfitto il responsabile dell’informazione Mauro Crippa, ho ricevuto molte telefonate da Mediaset e la sensazione che ho avuto è che l’agnello sacrificale sia Barbara D’Urso. Scelte editoriali, per carità, ma la conduzione è solo la punta dell’iceberg: gli interventi devono inevitabilmente vertere su contenuto e linguaggio, e poi sulla programmazione. Servono investimenti per tenere aperte essenziali finestre di diretta tutto l’anno. Anche perché le notizie, purtroppo per gli editori, non rispettano i palinsesti.

 

@AndreaAAmato

 

(Nella foto Barbara D’Urso)