Flavio Insinna vince il confronto con “L’Isola dei famosi” e i naufraghi, che hanno però 2,3 milioni di fedelissimi e sfondano la notte. “Report” ha uno zoccolo duro da 1,4 milioni, anche con le puntate meno pop. “Made in Sud” rimane in crisi. Stabile “Quarta Repubblica”. La partita su Dazn e Sky vola molto oltre il milione sul big screen con gli addii di Dybala e Chiellini.

Claudio Amendola vince il confronto con Ilary Blasi e i naufraghi, in progresso. “Report” stacca “Made in Sud”, in crisi, e distanzia pure un vivace “Quarta Repubblica”, con Mieli, Capuozzo, Brindisi in primo piano. Bene la prima tv di “Bloodshot” su Italia1. Atalanta-Salernitana meglio su Sky. Sinner batte Paul con 140mila cultori. Bene in access il nuovo format culinario di Tv8.

Pubblico disponibile inferiore alla media nella serata della Festa della Liberazione. “Nero a metà” cresce e vince ancora il confronto con “L’Isola dei famosi”, in progresso. Meglio anche “Report” che sorpassa in tromba “Made in Sud”. Si difende “Quarta Repubblica” esce di scena “Battiti”. Sassuolo-Juve fa il 3,6% su Sky e il 2,2% sul big screen di Dazn

Tanto pubblico in meno davanti alla tv nella serata di Pasquetta. “Nero a metà” vince ancora di netto il confronto con “L’Isola dei famosi”, ma entrambi i programmi perdono una fetta ampia di pubblico. Giù anche Ranucci che perde il confronto con il cabaret meridionale affidato a Celestino e Lorella Boccia. Si difende dignitosamente “Controcorrente”. Il calcio in streaming non sfonda

"Nero a metà” vince ancora il confronto con il reality. “L’Isola dei famosi” fa il botto in Valle D’Aosta, Sicilia, Puglia e Calabria, porta a casa buone performance in centro Italia, trova difficoltà in Friuli e Trentino Alto Adige. “Report” punta sul gas e precede di tre punti e mezzo “Quarta Repubblica”, senza il Berlusca (assente per contatto covid) e con Marco Minniti ospite.

Roberto Brazzale, produttore del formaggio Gran Moravia, racconta: «Abbiamo aperto tutte le porte della nostra azienda in totale trasparenza. Poi ci siamo accorti che quel servizio non puntava a far conoscere qualcosa, ma a dimostrare una tesi predefinita, eseguendo dei montaggi tali da alterare il senso delle immagini e delle dichiarazioni. È una tecnica molto sottile e pericolosa. Temendola, io ho fatto filmare a mia volta tutte le interviste e poi ho postato tutto il girato, sbugiardandoli. Non mi fidavo e facevo bene». E anche la rettifica non è andata proprio liscia. Su "Libero".

La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: fari accesi sul programma d’inchieste di Sigfrido Ranucci. La Commissione parlamentare di vigilanza chiede a viale Mazzini di rendere conto dell’indagine interna sulla trasmissione, la Corte dei conti apre un fascicolo istruttorio sul caso delle presunte fatture fittizie, il Copasir, che si occupa di servizi segreti, vuole chiarezza sui dossier.

La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: Paolo Liguori, che quando militava nel gruppo extraparlamentare Lotta Continua aveva il soprannome di Straccio e oggi dirige Tgcom24, torna alla carica sul presunto giro di fatture per acquisire filmati attribuito al conduttore di “Report”: «Sono reati gravi fatti con il denaro del contribuente e a danno dell'opinione pubblica, ma soprattutto degli spettatori di “Report” e della Rai di cui Ranucci sarebbe un dirigente».

La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il conduttore di “Report” replica al quotidiano diretto da Piero Sansonetti. «Il video a cui fanno riferimento è del 2014. La magistratura mi ha già dato ragione», dice a “Il Fatto Quotidiano”.