Pubblicato il 22/12/2021, 15:03 | Scritto da La Redazione
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La Tv tradizionale? No, grazie. È roba per vecchi

La Tv tradizionale? No, grazie. È roba per vecchi
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: nel 2021 il 30% degli under 25 ha voltato le spalle alla televisione in chiaro. Che perde telespettatori non solo rispetto al 2020, anno record grazie al lockdwon, ma anche rispetto al 2019. Discorso opposto, invece, per le piattaforme a pagamento. Lo raccontano i dati Auditel elaborati per “Il Sole 24 Ore” dallo Studio Frasi.

I giovani spengono la tv, scomparsi in un anno il 30% degli under 25

Il Sole 24 Ore, pagina 11, di Andrea Biondi.

I numeri della Tv in Italia sono di assoluto rilievo: quasi 10 milioni di audience media nelle 24 ore e una platea di spettatori che sfiora i 24 milioni in prima serata. Ma sono i numeri di confronto, con il 2020, ma anche con il 2019 – depurando così l’analisi dall’effetto lockdown – a far suonare un campanello d’allarme non da poco per il mondo del piccolo schermo in Italia. Mancano milioni di spettatori all’appello. E fra le fughe, quella più sostanziosa in termini percentuali riguarda i giovani con punte, nella fascia 20-24 anni che sfiorano il 30 per cento.

L’avanzata delle piattaforme

È quanto emerge dall’analisi dei dati Auditel elaborati dallo Studio Frasi e riguardanti il periodo che va dal 26 settembre al 18 dicembre: in pratica la prima parte della stagione televisiva 2021-22. Dodici settimane in cui editori e reti si leccano le ferite. Fanno eccezione Dazn e le “altre”. Nel primo caso, per la piattaforma che si è aggiudicata i diritti per la Serie A 2021-24 Auditel fornisce i dati relativi alle sole smart tv. E se è vero che i dati di share sono triplicati nel giorno medio (arrivando allo 0,49%) e in prima serata (0,83%), è altrettanto vero che si tratta di numeri enormemente differenti rispetto a quelli autoprodotti e cui Nielsen dà l’imprimatur, che però si riferiscono alle sole partite.

Per la categoria “Altre” il dato concerne le emittenti locali, ma anche tutto ciò che è rilevato da Auditel, ma non riconosciuto, e quindi soprattutto l’offerta over the top (Ott) fruita attraverso le Tv connesse. Qui il dato dello share è salito di 0,67 punti nel giorno medio (8,32%) e di 1,11 punti in prima serata (7,94%). Già qui c’è tutto il segno di cambiamenti che promettono di investire nel profondo il mondo del broadcasting, con la Tv che diventa la finestra sull’offerta di quelle Netflix, Amazon Prime video, Disney+ e altri che, stando all’analisi di EY, hanno raggiunto i 13,7 milioni di abbonamenti in Italia a fine ottobre.

La fuga dei giovani

Quello che i numeri Auditel elaborati dallo Studio Frasi restituiscono, sono però innanzitutto, come detto, cali record negli ascolti: -3,3 milioni in prima serata e -1,4 milioni nel giorno medio. Certo, il 2020 è stato un anno straordinario, con italiani confinati per mesi a casa a riscoprire, volenti o no, la Tv. Ma anche il confronto con il 2019 non è premiante: -428 mila spettatori persi per strada nel giorno medio e -1,3 milioni in prima serata. Un allontanamento dalla Tv che riguarda tutte le fasce d’età (tranne gli over 70 sia nel giorno medio sia in prime time, ma solo rispetto al 2019), ma alla fine sono i giovani i primi a rifuggire l’offerta televisiva.

Tra chi ha un’età compresa tra i 20 e i 24 anni il calo è di 194mila unità in prime time. Significa, appunto, che il 30% di loro ha smesso di guardare la televisione tra il 26 settembre e il 18 dicembre di quest’anno mentre era stato davanti alla tv nelle stesse dodici settimane dell’anno scorso. Per i 25-34enni il calo è stato del 24 per cento. E anche nel giorno medio la dinamica è pressoché identica: -29% nella fascia 20-24 anni e -23,9% nella fascia 25-34.
(Continua su Il Sole 24 Ore)