Pubblicato il 01/12/2021, 14:32 | Scritto da Andrea Amato
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“Il collegio” su Rai2: come distruggere un gioiello

“Il collegio” su Rai2: come distruggere un gioiello
La Rai è riuscita nell’impresa di soffocare un programma di successo tra le nuove generazioni, a dimostrazione che non ha la grammatica per interloquire con loro. Anzi, ha adottato strategie di comunicazione del millennio scorso, che hanno fatto scappare più della metà degli spettatori.

Il collegio ieri ha intercettato solo 1 milione di spettatori

Dal 2017 c’è un unico programma della tv generalista che riesce realmente a intercettare pubblico tra la generazione Z. Si tratta de Il collegio, format inglese, fortemente voluto dall’allora direttrice di Rai2 Ilaria Dallatana. Negli anni la trasmissione di prima serata del martedì di Rai2 ha ottenuto ottimi risultati, rimanendo per alcune stagioni oltre i 2 milioni di telespettatori, per lo più teenager. Una vera manna dal cielo per la Rai, che ha il problema di ringiovanire l’audience. Quest’anno, però, giunti alla sesta serie, il format ha iniziato a zoppicare, fino ad arrivare alla puntata di ieri sera, che ha intercettato solo 1 milione di spettatori. Praticamente la metà rispetto alla media dell’anno scorso.

Quali sono i motivi? Molti diranno che il format ha segnato il tempo, che il cast quest’anno non è buono come nelle passate edizioni, che il cambio di programmazione per il tennis delle scorse settimane non ha aiutato, ecc… Tutto vero, per carità, ragionando esclusivamente con la grammatica televisiva, ma secondo noi a monte c’è anche un’incapacità strategica comunicativa della Rai nella gestione social del programma. Già, perché se questo programma è il più GenZ della tv italiana, lo si deve anche ai riverberi digitali che l’hanno accompagnato in questi anni.

I social come cassa di risonanza

Per essere ancora più chiari: uno dei generi più diffusi sui social network, in particolare YouTube e Twitch, piattaforme di riferimento per gli adolescenti di tutto il mondo, è la “reaction”. Ovvero la “reazione” alla visione di un determinato contenuto audiovisivo. Per dare riferimenti da boomer: quello che la Gialappa’s Band faceva 30 anni fa con Mai dire Banzai, Mai dire Tv, e via dicendo. Grazie a tutti i creator che durante la settimana “rimasticano” Il collegio in Rete, dal 2017 a oggi il programma è diventato un vero cult.

E la Rai come ha gestito questo exploit parallelo ed esterno alla televisione? Malissimo, come peggio non poteva fare. Invece di cavalcare quest’onda lunga, ha fatto di tutto per ostacolare lo spontaneismo degli youtuber che di fatto hanno creato molta attenzione sul format. Ha bloccato l’uso delle immagini nelle reaction, e questo ci può stare per tutelare i diritti tv, ma ha anche impedito ai vari “collegiali” di andare ospiti nelle dirette live dei creator: «Per un anno non potete parlare del Collegio al di fuori della Rai». Ha quindi fatto di tutto per smorzare il grande entusiasmo social che innescava un circolo virtuoso anche per gli ascolti tv.

Lo sciopero bianco degli youtuber

L’apice di questa sconsiderata politica lo si è raggiunto con uno “sciopero bianco” dei creator, lanciato dai famosi youtuber IPants, i primi a fare reaction al Collegio, che ieri hanno annunciato urbi et orbi sui loro canali: «Non reagiremo mai più a Il collegio», innescando dibattito e polemiche proprio tra quell’audience che ha reso grande il programma televisivo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: dati Auditel dimezzati.

Ma la vera domanda è: la Rai si è resa conto di questa “movimento” di protesta, oppure pensa che il calo sia solo dovuto a cast sbagliato, controprogrammazione e altri benchmark prettamente televisivi? Perché se hai un prodotto dedicato alla GenZ, ma poi non ascolti la tua audience, non la capisci e di fatto non la conosci proprio, il risultato è quello di soffocare l’unico titolo “giovane” che hai in palinsesto. Forse, il nuovo amministratore delegato Rai Carlo Fuortes dovrebbe contornarsi di consulenti che conoscano i mondi delle nuove generazione, altrimenti rimarrà una chimera la possibilità di intercettarle con nuovi titoli.

 

@AndreaAAmato

 

(Nella foto gli IPants)