Pubblicato il 22/07/2021, 17:33 | Scritto da La Redazione
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Ilaria Dallatana: Non ho rinnovato con Rai2 perché volevo tenermi lontana dalla Politica

L’impresa di fare tv: istinto e ambizione

Molto Donna, pagina 6, di Ilaria Ravarino.

Fondatrice di Blu Yazmine, la casa di produzione di Canzone Segreta, La Caserma e del prossimo programma di Nicola Savino, Ritorno a Scuola, Ilaria Dallatana – parmigiana, classe 1966 – è una delle imprenditrici più accreditate nel panorama televisivo italiano.

Oggi, rispetto a vent’anni fa, le imprenditrici hanno vita più facile?
«C’è più consapevolezza. All’epoca emergere in questo ambiente come donna sembrava quasi impossibile. Io ero giovane e sapevo che dovevo farmi rispettare. Ero molto più aggressiva: adesso ho recuperato una morbidezza che non avevo».
Lo stereotipo vuole che alle donne manchi l’ambizione. Lei è ambiziosa?
«Certo. Per farmi mandare in Spagna sfinii il mio capo di allora, Federico Di Chio: ogni settimana gli chiedevo di partire. Non conoscevo né la Spagna né lo spagnolo, ma sentivo che dovevo farlo. Tornata in Italia, mi hanno messa a lavorare con Giorgio Gori. Là ho capito che per emergere sono necessarie alcune qualità: determinazione, non farsi scoraggiare né accontentarsi, essere ottimiste. E non bisogna avere paura di tirare fuori le unghie».
Quando si è sentita finalmente accreditata?
«Forse quando, con Giorgio Gori e Francesca Canetta, abbiamo fondato Magnolia. D’un tratto non facevamo più parte di un sistema: eravamo noi, il sistema. Eravamo quattro gatti con una gran paura, ma tanta determinazione. Quando mi hanno proposto di diventare amministratore delegato, sapevo cosa significava prendere il posto di Gori. Mi sono tremate le gambe. Ma non potevo dire di no proprio per via dell’ambizione: ho cercato di imporre il mio stile. Due persone mi hanno aiutato in quel momento: Angelo Teodoli, allora direttore di Rai2, e il direttore dell’intrattenimento Giancarlo Leone».

Essere considerata “amica dl Gori” l’ha aiutata o danneggiata?
«Mi ha dato fastidio solo una volta, quando alla presentazione dei palinsesti Rai un giornalista mi chiese se li avessi preparati con lui, supponendo che non ci riuscissi da sola. Ma per me Gori è un amico e un fratello: ci siamo conosciuti sul lavoro nel 1997 ed è subito nata un’intesa unica. Se oggi mollasse la politica e mi dicesse “andiamo a coltivare canne di bambù in Africa”, io ci penserei».
Da prima direttrice di rete donna, cosa pensa di Marinella Soldi alla presidenza Rai?
«Non credo che si debba scegliere una donna solo perché donna, ma nel caso di Soldi il suo è il profilo giusto. Sono molto contenta. Ha un’esperienza a tutto tondo, che può funzionare anche in grandi sistemi. È una presidente di livello, con una grande esperienza nel mondo dei media».

Perché è andata via così presto da Rai2?
«Avevo un contratto di tre anni. Mi ero trovata bene con il nuovo direttore generale, Mario Orfeo, che mi chiedeva di rimanere. Ci ho pensato tanto. Sono andata via con dispiacere, era una bella Rai2. Ma di lì a poco ci sarebbero state le elezioni, e volevo continuare a tenermi fuori da qualsiasi gioco. Non so se ho fatto bene o male. Ho scelto di pancia».
Come si sente a sedersi a tavoli di soli uomini?
«Motivata, istintivamente più determinata a farmi valere. Mi è capitato di dire: “Vi rendete conto che siete tutti uomini, e la televisione è un mezzo guardato dalle donne? Qualcosa non va”. Mi innervosiva di più, agli inizi, salire la mattina sull’aereo Roma-Milano e trovarci dentro soli uomini. Tutti maschi, tutti vestiti uguali. Qualcuno non si era nemmeno fatto la doccia. Insopportabile».
(Continua su Molto Donna)

 

(Nella foto Ilaria Dallatana)