Pubblicato il 26/02/2021, 14:33 | Scritto da La Redazione
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Mediaset, due posti chiave per stoppare Vivendi

Mediaset, due posti chiave per stoppare Vivendi
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: sono quelle dei sottosegretari nel nuovo governo Draghi. Al dipartimento dell'editoria è stato nominato Giuseppe Moles, alla giustizia Francesco Paolo Sisto. Per i francesi si fa sempre più dura.

Berlusconi ottiene due posti chiave per il futuro del gruppo televisivo

Il Quotidiano del Sud, pagina 4, di Nino Sunseri.

Nella battaglia per i sottosegretari c’è un sicuro vincitore ed è Silvio Berlusconi. Il capo di Forza Italia, infatti, è riuscito ad ottenere due poltrone che certamente gli torneranno molto utili nel braccio di ferro che da cinque anni lo oppone a Vincent Bollorè, gran capo di Vivendi. Al dipartimento dell’editoria è stato nominato Giuseppe Moles e alla giustizia Francesco Paolo Sisto. È vero che a occuparsi di tv e giornali Berlusconi avrebbe preferito Giorgio Mulè, per undici anni direttore di Panorama e prima ancora a Studio Aperto. L’opposizione dei Pentastellati ha determinato un rimescolamento di carte e il giornalista siciliano è andato alla Difesa. Resta il fatto che il Cavaliere non ha ragione di lamentarsi per queste scelte.

L’obiettivo finale è la costituzione di MfE, la holding con sede in Olanda attorno alla quale costruire il polo delle tv in chiaro. Un piano fin qui contrastato con successo da Bollorè che vorrebbe essere liquidato e uscire dalla partita. Tuttavia, per ognuna delle sue azioni Mediaset chiede circa il triplo dell’attuale valore di Borsa. Difficile trovare un’intesa. E così va avanti la battaglia giudiziaria per intralciare la nascita di MfE. L’operazione è stata architettata dallo staff di Pier Silvio per contrastare il dominio di Sky e di Netflix cui ultimamente si è unita Amazon Prime. Il progetto parte dall’aggregazione del Biscione con la controllata spagnola. In prospettiva potrebbe partecipare anche la tedesca ProsiebenSat.1 di cui il gruppo di Cologno è diventato azionista di maggioranza relativa anche se non ha ottenuto posti in consiglio d’amministrazione. Un progetto che, secondo le parole di Pier Silvio Berlusconi sarebbe a buon punto se Vivendi non si fosse opposta strenuamente. Finora con successo avendo ottenuto sentenze favorevoli in Olanda e in Spagna. Ma la partita decisiva si gioca in Italia dove ci sono ben cinque procedimenti aperti.

Le partite aperte

II più importante è quello in corso a Milano. Mediaset chiede un risarcimento di 3 miliardi. Il tribunale dopo l’udienza dell’11 febbraio si è riservato due mesi per decidere. In caso di sconfitta la campagna d’Italia di Bolloré si trasformerebbe in una Caporetto. Già adesso è un autentico Vietnam visto che rischia di arretrare sia sul fronte Mediaset, ma anche su quello Tim. Complessivamente Bolloré con le sue partecipazioni in Italia ha perso più di 1,5 miliardi. Se non riuscirà a ottenere il successo in almeno uno dei due fronti in cui è impegnato dovrà a lungo riflettere sulle iniziative che ha preso. Ma soprattutto dovranno riflettere gli azionisti di Vivendi. A fine dell’anno scorso, infatti il Cavaliere aveva ottenuto una prima vittoria. Due mesi fa il Parlamento aveva approvato il decreto cosiddetto salva Mediaset. II 14 dicembre l’Agcom (l’Authority per le telecomunicazioni) ha aperto una procedura per la durata di almeno sei mesi. Dovrà verificare se Vivendi in Italia, avendo una partecipazione del 28,8% in Mediaset e una al 24% in Telecom, rispetti le regole del pluralismo dell’informazione.

In pratica con il provvedimento dell’Agcom la battaglia in corso con Mediaset è stata congelata per almeno sei mesi, e la società francese non potrà votare con tutto il suo pacchetto azionario alla prossima assemblea del Biscione in programma ad aprile 2021. I due sottosegretari nominati ieri possono rappresentare importanti sentinelle.

 

(Nella foto le sedi Mediaset e Vivendi)