Pubblicato il 19/11/2021, 11:03 | Scritto da Carlo G. Lanzi
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Auditel-Censis: la Tv aiuta l’Italia a essere più digitale

Auditel-Censis: la Tv aiuta l’Italia a essere più digitale
Secondo il quarto rapporto Auditel-Censis, dal titolo “L’Italia multiscreen: dalla smart tv allo schermo in tasca, così il Paese corre verso il digitale”, ne esce un Paese che corre verso nuovi comportamenti e nuovi metodi di fruizione dei contenuti attraverso 120 milioni di device collegati.

Andrea Imperiali, presidente Auditel: «Italiani più tecnologici e più connessi»

È in corso in questo momento la presentazione del quarto rapporto Auditel-Censis dal titolo L’Italia multiscreen: dalla smart tv allo schermo in tasca, così il Paese corre verso il digitale, a Palazzo Giustiniani a Roma, alla presenza di Andrea Imperiali, presidente Auditel, Giuseppe De Rita, presidente Censis, Anna Ascani, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Alberto Barachini, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Riccardo Nencini, presidente Commissione Istruzione Pubblica, beni culturali del Senato, Mauro Coltorti, presidente Commissione Lavori Pubblici, comunicazioni del Senato, Giacomo Lasorella, presidente Agcom, Gian Carlo Blangiardo, presidente Istat e Anna Italia, ricercatrice Censis.

Lo studio, che si fonda sulla ricerca di base Auditel, conferma la centralità della tv nel processo di trasformazione digitale del Paese e riesce a fotografare la società italiana in tutte le sue dimensioni, socio-demografiche, psico-grafiche, socioculturali e comportamentali.

La ricerca

La ricerca, che viene aggiornata sette volte l’anno, è stata condotta attraverso 41 mila interviste direttamente nelle case degli italiani, per accertarne la reale struttura familiare, temperando e neutralizzando tutti gli effetti anagrafici e fiscali con cui esse sono spesso rappresentate. La fotografia che ne esce evidenzia gli aspetti socio-demografici, psico-grafici, socioculturali e comportamentali degli intervistati. La mappatura ha tenuto in considerazione tutte le dotazioni familiari e individuali, senza tralasciare nessun device. Tracciandone le interazioni che i componenti svolgono con questi strumenti e i ruoli decisionali svolti dai membri della famiglia nei comportamenti di fruizione.

«La Ricerca di Base probabilmente non è uno degli elementi più noti della nostra attività, ma al contrario costituisce un asset strategico e di grande rilevanza, giacché ha il compito di scattare una fotografia estremamente nitida della società italiana al fine di riprodurre un panel costantemente rappresentativo della popolazione… della reale popolazione italiana», ha detto nella sua introduzione Andrea Imperiali, presidente Auditel.

I risultati

Dalla ricerca emerge, una volta di più, l’assoluta centralità della televisione nel processo di trasformazione del Paese in chiave digitale. C’è una costante e crescente copertura della banda larga nel Paese, copertura che – sebbene ancora abbondantemente sotto i livelli ottimali – si configura sempre più come bene di prima necessità e non più come accessorio. Gli italiani appaiono sempre più dotati di tecnologia, dagli smartphone alle smart tv, con un numero che si avvicina ai 120 milioni di schermi connessi. Questi due aspetti, inevitabilmente, portano a nuovi comportamenti di visione e dei nuovi mix nella scelta dei contenuti audiovisivi, sostenuti dalla crescita dell’offerta free e pay e destinati a essere amplificati dal processo di switch off in atto.

Imperiali ha anche annunciato che: «A questa prima visione d’insieme farà seguito un ancor più puntuale e dettagliato riscontro nella prossima Ricerca di Base: abbracciando, infatti, il biennio 2021-2022, ossia il biennio della transizione al nuovo standard digitale DVBT-2, la Ricerca di Base analizzerà in dettaglio i fenomeni appena enunciati, confermandosi, una volta di più, strumento prezioso sia per la decisione politica che per le imprese».

 

Carlo G. Lanzi

 

(Nell’immagine i loghi di Auditel e Censis)