Pubblicato il 07/01/2021, 17:34 | Scritto da La Redazione

Giuseppe Conte chiede la pace tra Mediaset e Vivendi

Giuseppe Conte chiede la pace tra Mediaset e Vivendi
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il premier ha incontrato il gruppo francese per agevolare la tregua con il gruppo televisivo italiano.

Conte a Vivendi: pace in Tim e Mediaset

Il Messaggero, pagina 15, di Rosario Dimito.

Vivendi prova a mitigare gli effetti della rovinosa campagna d’Italia. Nelle festività di Natale i suoi vertici hanno consultato il Governo sulle possibili iniziative da attuare in Tim e Mediaset, ricavandone indicazioni chiare di rasserenare i futuri assetti societari e di netta contrarietà nei confronti di eventuali ulteriori iniziative bellicose e giudiziarie. A Palazzo Chigi, dove il ceo Arnaud de Puyfontaine si sarebbe recato prima di Natale, il premier Giuseppe Conte dopo aver registrato il disappunto per gli oltre 3,2 miliardi di perdite accumulati nei due investimenti (oltre 2 in Telecom, il resto in Mediaset), avrebbe avanzato suggerimenti finalizzati a una convivenza societaria funzionale alla crescita dei business nel rispetto degli interessi.

L’emissario di Vincent Bollorè avrebbe avuto colloqui anche al Tesoro, ricevendo più o meno le stesse considerazioni. Nel gruppo telefonico e in quello radio-televisivo sono in scadenza i due consigli di amministrazione: per questo nelle settimane centrali di dicembre de Puyfontaine è venuto in Italia, l’obiettivo era preparare le grandi manovre. In poche parole, in Tim, dove Vivendi è dal 2015 primo azionista con il 23,9%, il Governo gradirebbe che sia il cda uscente a preparare una lista per il rinnovo del board, come avviene in molte public company (Mediobanca e Unicredit), su cui potrebbe convergere la Cdp (9,8%). Questo significa la probabile riconferma alla guida di Luigi Gubitosi che sulla determinazione a costruire la rete unica si è guadagnato l’appoggio dell’esecutivo, seppur esso non può intervenire sulle decisioni societarie. E il Governo avrebbe suggerito a Vivendi, che nel consiglio attuale esprime cinque membri, di sostenere questa procedura, contribuendo alla formazione della lista attraverso le proposte di un head hunter. Quindi il primo socio dovrebbe rinunciare a una presa manu militari del gruppo perché il governo considera Tim una public company, non una società a controllo francese come asseverato dalla Consob.

La piattaforma

In Mediaset, invece, basta con la lunga ed estenuante battaglia giudiziaria in piedi dal 2016 come conseguenza dello strappo su Premium e della scalata ostile dei francesi che serve solo a bloccare la crescita del business, danneggiando Vivendi che ha il 28,8% (9,9% diretto, 19,9% attraverso Simon Fiduciaria) e Fininvest (45,8%). Il Governo auspica sia raggiunto finalmente un accordo tombale con la nascita della piattaforma multimediale europea tipo MFE che a, causa del braccio di ferro giudiziario, è abortita.

La piattaforma potrebbe essere anche ProsiebenSat, che è il secondo gruppo europeo, di cui il Biscione è socio di maggioranza con il 25%. Nella piattaforma, qualunque essa sia, perché il Governo non vuole interferire nelle scelte specifiche, dovrebbero convivere i due soci con una governance equilibrata. Sarà possibile, dopo tre tentativi a vuoto, far riporre le armi nello scontro sulla tv di Cologno?

 

(Nella foto Giuseppe Conte)