Pubblicato il 20/05/2020, 11:53 | Scritto da Andrea Amato
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Fabrizio Salini a Netflix potrebbe far saltare il Governo Conte. Ecco perché

Fabrizio Salini a Netflix potrebbe far saltare il Governo Conte. Ecco perché
Secondo indiscrezioni raccolte da TvZoom, è imminente l’addio dell’AD Rai da viale Mazzini, per approdare alla guida italiana della tv in streaming. Per sostituirlo M5S e Pd potrebbero arrivare alla rottura.

Fabrizio Salini dovrebbe diventare il nuovo country manager di Netflix Italia

La notizia ormai circola giorni, ma secondo quanto appreso da TvZoom nelle ultime ore, Fabrizio Salini sarebbe in procinto di lasciare il ruolo di Amministratore delegato Rai, per diventare il nuovo country manager di Netflix Italia.

La tv in streaming americana da tempo ha annunciato di voler investire maggiormente nel mercato italiano e da lì la necessità di trovare una sede adeguata a Roma, ovvero una lussuosa villa nei pressi di via Veneto. Alla guida di Netflix Italia nelle prossime ore, poi, sarà annunciato Fabrizio Salini, che, dopo un lungo percorso in Fox Italia, dalla fine del luglio 2018 è alla guida della tv di Stato.

Un’ottima exit strategy per il manager, che da uomo di televisione ha sofferto molto questi due anni di “immobilità” in viale Mazzini, dove non si sposta nemmeno una penna se non lo dice la Politica. Per lui un ricco stipendio da Netflix, ma soprattutto un ottimo budget per produrre contenuti originali. Salini ha lavorato molto con gli americani e sa che avrà anche molta manovra d’azione, perché saranno solo i risultati (in questo caso crescita degli abbonati) a giudicarlo e non ingerenze politiche di governi precari.

Terremoto in Rai e al Governo

L’addio di Salini sarà un vero terremoto per la Rai e per il Governo gialloverde. In viale Mazzini, alla luce anche delle nuove nomine, Marcello Foa sarà sempre più solo e isolato. Il Presidente, fortemente voluto dal Matteo Salvini vicepremier, oggi non ha più coperture politiche e alleati nei ruoli apicali dell’azienda, avendo perso tutti i direttori di rete  e Tg a lui vicini.

Ma la vera bomba nucleare che potrebbe far saltare l’alleanza di Governo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, senza considerare i grandi appetiti di Matteo Renzi quando si parla di Rai, potrebbe essere la scelta del nuovo AD. Nomi spendibili e credibili sul mercato non ce ne sono, soprattutto alla luce della tenuta politica del Governo di riferimento: quale manager di prima scelta si avventurerebbe in un percorso così incerto e dalle tempistiche così ridotte? Guardando poi i fallimenti di professionisti come Antonio Campo Dall’Orto e Fabrizio Salini, annegati nelle sabbie mobili di viale Mazzini?

Viene quindi da prevedere che la scelta ricadrà su qualche nome puramente politico, qualche “figurina” di partito pronta a gestire le prossime elezioni con grande devozione, per poi essere parcheggiato a capo di qualche società della galassia Rai per un parcheggio dorato. Per fare un esempio esaustivo: Teresa De Santis, ex giornalista del Manifesto, ex direttrice salviniana di Rai1, oggi è Presidente di RaiCom, società che si occupa della diffusione dei canali Rai nel mondo. Il cui Amministratore delegato è Angelo Teodoli, ex direttore di Rai Gold, poi di Rai2 e in fine di Rai1. Capito come funziona il poltronificio?

Quindi, la scelta di questo boiardo di partito potrebbe far litigare definitivamente gli azionisti del secondo Governo Conte, aprendo una crisi politica in uno dei momenti più difficili della storia italiana. Amen.

 

Twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Fabrizio Salini)