Pubblicato il 12/11/2022, 14:59 | Scritto da Emanuele Bruno

Bassetti (Banijay): “M&A? Cerchiamo sempre aziende e talenti, ma non paghiamo prezzi folli. Gli streamer non ti fanno vedere i dati…”

Bassetti (Banijay): “M&A? Cerchiamo sempre aziende e talenti, ma non paghiamo prezzi folli. Gli streamer non ti fanno vedere i dati…”
L’intervista di Marco Bassetti al Times. Il capo del gigante della produzione Banijay, in forte ripresa post covid, parla della situazione del mercato televisivo globale. “Possediamo il catalogo più importante del mercato, quindi i canali lineari continuano ad acquistare i nostri programmi, che registrano buone performance, mentre gli streamers vogliono sempre qualcosa di nuovo” spiega a Katie Prescott. La predilezione per Channel 4…

Alla guida del gigante globale Banijay, Marco Bassetti è uno tra i pochi manager televisivi italiani che è stato capace di avere successo internazionalmente. La matrice, ma poi pure le radici professionali, anche nel suo caso, sono affondate nella effervescente storia dello sviluppo della tv commerciale del nostro Paese. Banco di prova particolare, come l’intervistatrice del Times, Katie Prescott, ha ricostruito introducendo una sapida intervista, piena di aneddoti e ricordi biografici e con dei botta e risposta più ‘tecnici’ decisamente interessanti. Eccone un sunto.

 Merger & Acquisitions? L’amministratore delegato del gruppo francese presieduto da Stéphane Courbit, il più grande al mondo con 120 società di produzione in 22 territori, spiega bene quale sia il suo approccio. “Siamo molto attivi nell’M&A, ma non paghiamo mai prezzi folli. Negli ultimi mesi abbiamo visto prezzi folli sul mercato, ma pensiamo che la situazione cambierà. Ma se ci sono IP [proprietà intellettuale] o talenti, siamo molto felici di dare loro la possibilità di crescere e creare più valore”.

La sfida più attuale e critica per chi produce contenuti in un contesto in cui l’offerta si è enormemente frammentata è quella di conquistare e tenere alta l’attenzione del pubblico. Secondo Bassetti per il suo gruppo si tratta “di un’opportunità in più”. Il perché è semplice. “Possediamo il catalogo più importante del mercato, quindi i canali lineari continuano ad acquistare i nostri programmi, che registrano buone performance. Gli streamers vogliono sempre qualcosa di nuovo”.

Il mercato è vasto e sono mutate anche le maniere con cui relazionarsi ai committenti. “Un tempo – spiega Bassetti – eravamo più divisi per aree geografiche. Oggi gli streamer tendono a differenziarsi per lingua, ma non sempre. A volte alcuni programmi diventano mondiali, come Squid Game in Corea o Money Heist in Spagna. Gli show in lingue diverse diventano globali. Bisogna intuire cosa sarà globale, cosa può essere adattato per culture diverse”.

Gli streamer pongono ai produttori di fronte a dinamiche e problemi diversi da quelli di prima. “Quando si lavora per ABC o ITV, si ottengono dati sul pubblico che si intende raggiungere. Quando si lavora per gli streamer, loro tengono i dati per sé. Non sono abituati ad avere più di due o tre stagioni dello stesso programma. Le emittenti lineari preferiscono avere uno show legacy che continuano a produrre per molti anni; non c’è un ricambio costante”.

La vendita di Channel 4, tema caldo in UK? “È un canale fantastico per creare proprietà intellettuale, è un modello unico e crea un valore enorme per l’industria britannica, per l’ecosistema britannico e per quello europeo. Anche dopo la Brexit, il Regno Unito è un punto di riferimento per l’innovazione nel nostro settore. Capisco che forse ora per il primo ministro non sia più una priorità venderla. Per noi, se è così, è un’ottima notizia “.

L’intera intervista sul Times