Pubblicato il 02/03/2022, 14:34 | Scritto da La Redazione

“L’amica geniale” fa impazzire gli Usa

“L’amica geniale” fa impazzire gli Usa
«"L’amica geniale" è una serie tv di rara ampiezza e straordinaria realizzazione. Non per niente, è stato il mio show preferito del 2020», così il critico televisivo del “Washington Post”, Inkoo Kang.

“L’amica geniale” è sempre televisione geniale

The Washington Post, pagina 1, di Inkoo Kang.

Le due protagoniste de L’amica geniale, l’adattamento Hbo della celebre serie di romanzi di Elena Ferrante, sono nate per fuggire. Dotate di intelligenza e aspirazione, le amiche d’infanzia Lila (Gaia Girace) e Lenu (Margherita Mazzucco) sono cresciute nella periferia di una Napoli anni ’50 devastata dalla guerra, assediata da povertà e violenza. Quest’ultima, in particolare, era terribilmente implacabile: nei negozi, da gangster rapaci; nelle strade, da militanti infiammati di destra e di sinistra; e in casa, da mariti e padri arrabbiati.

La scuola sembrava la via d’uscita più ovvia quando erano ragazze, e un accidentale esperimento sociologico fu messo in moto quando Lila e Lenu, le due studentesse più intelligenti della loro classe, divergevano nella loro educazione. I genitori di Lila smisero di pagarle la retta dopo la scuola elementare, mentre quelli di Lenu incoraggiarono gli sforzi accademici della figlia, che culminarono con la sua laurea e la pubblicazione del suo romanzo di debutto, best-seller, poco dopo.

La terza stagione

Ma le amiche – ora ventenni nella terza stagione della fiction in lingua italiana – sono sempre state destinate a prendere strade diverse. Lila, volitiva e spavaldamente padrona di sé, ha ignorato le regole della realtà fino a quando è stata costretta a scappare, mentre Lenu, autodisciplinata e in cerca di approvazione – sempre seconda a Lila nella sua mente, nel potenziale se non nei risultati effettivi – è stata premiata per la sua conformità scolastica con un viaggio in ascensore verso la soffocante e colta classe media.

Un’epopea sull’amicizia e la rivalità femminile sullo sfondo di un cambiamento sociale, turbolenza politica e instabilità alimentata dalla mafia, L’amica geniale è una serie di rara ampiezza e straordinaria realizzazione. (Non per niente, è stato il mio show preferito del 2020). La produzione e lo scenario sono splendidi; la colonna sonora (di Max Richter) lussureggiante e ossessionante; la regia grande, coinvolgente e occasionalmente allucinatoria; le prestazioni raramente non sono perfette. Ma le vere attrattive – le qualità che fanno sentire lo show come nessun altro in televisione – sono la specificità minuto per minuto dei suoi personaggi e il suo incomparabile senso delle vite vissute e dei tempi che cambiano, delle porte che si chiudono e di quelle nuove che appaiono dal nulla.
(Continua su The Washington Post)

 

(Nella foto L’amica geniale)