Pubblicato il 02/03/2022, 11:32 | Scritto da La Redazione
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Tim taglia i fondi a Dazn? E allora Dazn aumenta i prezzi

Tim taglia i fondi a Dazn? E allora Dazn aumenta i prezzi
Il colosso telefonico non garantirà più 340 milioni l’anno, ma 240. I telespettatori non avranno più due utenze collegate allo stesso abbonamento e in grado di vedere contemporaneamente lo stesso contenuto trovandosi anche a distanza anche di chilometri. Un privilegio che si potrà recuperare solo pagando di più. Funzionerà? Gli sviluppi su “Il Sole 24 Ore”

Dazn ridiscute l’asse con Tim. Doppia utenza a prezzi più alti

Il Sole 24 Ore, pagina 24, di Andrea Biondi.

Era chiaro già da tempo che la strada era da considerarsi tracciata. Per chi avesse nutrito dubbi residui in attesa di conferme ufficiali è meglio però mettersi l’anima in pace: la “concurrency” per gli abbonati Dazn si avvia a uscire di scena. Dalla prossima stagione la situazione attuale – con le due utenze collegate a un medesimo abbonamento e in grado di vedere contemporaneamente lo stesso contenuto trovandosi anche a distanza anche di chilometri – verrà meno. O meglio: ci sarà un repricing. E con ogni probabilità, come accade già per esempio per Netflix, la possibilità sarà data, ma solo a fronte di un prezzo più alto per chi sceglierà questa opzione.

Tutto allo stesso prezzo di 29,99 al mese, come accade ora, non ci sarà più. A quanto risulta al Sole 24 Ore, in Dazn la scelta è stata fatta e sarebbe già stata comunicata, fra gli altri anche al partner Tim. Nero su bianco sarebbe stata data indicazione che in estate, prima dell’avvio del prossimo campionato di Serie A, ci sarà una rimodulazione dei prezzi a seconda del numero di device registrati, o anche degli stream visibili contemporaneamente o anche della qualità delle immagini. Un repricing su più livelli, insomma, dando agli aficionados della Serie A varie possibilità di scelta. Il tutto permettendo a Dazn anche di mettere fine a una pratica usata inizialmente anche come motivazione d’acquisto importante in un contesto di cambiamento sia dell’operatore di riferimento per la Serie A (non più Sky ma, appunto, Dazn), sia della modalità principe di visione dei contenuti sportivi (lo streaming al posto del satellite).

Tim chiede lo sconto

Alla fine, però, la questione pare essere sfuggita di mano. La stessa Dazn ha considerato la concurrency come una pratica che contribuisce in maniera decisiva al 20% di media di utilizzi fraudolenti riscontrati dalla piattaforma. E non a caso, come rivelato su Il Sole 24 Ore dello scorso 9 novembre, a quella data erano in partenza le lettere agli abbonati per comunicare lo stop alla concurrency già dalla stagione in corso, garantendo la possibilità di recesso. Un’ondata di proteste ha immediatamente fermato il processo, ma sostanzialmente rimandando la decisione alla prossima stagione. Cosa che, quindi, avverrà.

Chiaro che non dovranno esserci intoppi normativi e autorizzativi da parte delle Authority. Al netto di questo, allo stop alla concurrency guarda positivamente anche la Lega Serie A che sull’altro piatto della bilancia vede inevitabilmente un abbattimento del valore dell’asset diritti Tv. Ed evidentemente è misura attesa anche da Tim che ha messo sul piatto 340 degli 840 milioni all’anno sborsati da Dazn, senza ottenere i risultati sperati, anche per l’impatto della concurrency. Nel frattempo, a quanto risulta al Sole 24 Ore proseguono le discussioni per ridefinire gli accordi fra Tim e una Dazn in cui sono arrivati al vertice Franco Bernabè con il ruolo di Senior strategic advisor e Stefano Azzi come ad Dazn Italia, in carica da ieri. Le ultime indiscrezioni indicavano una richiesta di taglio del minimo garantito fino a 100 milioni a stagione.
(Continua su Il Sole 24 Ore)

 

(Nell’immagine i loghi di Dazn e Tim)