Pubblicato il 11/01/2022, 15:04 | Scritto da La Redazione
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Luca Argentero: Sono torinese, ma ormai sono sempre meno diplomatico

Luca Argentero: Sono torinese, ma ormai sono sempre meno diplomatico
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: l’attore torna su Rai1 con la seconda stagione della fiction dei record “Doc – Nelle tue mani”, in cui il Covid è il filo conduttore delle nuove puntate.

Luca Argentero: «Doc mi ha insegnato a essere più diretto e a prendermi cura delle altre persone»

La Stampa, pagina 31, di Michela Tamburrino.

Tutto inizia con una visita virtuale al virtuale all’ospedale Ambrosiano che ospita la serie Doc – Nelle tue mani arrivata a furor di ascolti alla sua seconda stagione. E per quanti nutrirono dubbi sul fatto che un medical in pieno lockdown potesse piacere al pubblico, arrivò lo schiaffo di ascolti record: fino a 10 milioni di telespettatori e una share del 30%. Da giovedì, i nuovi 16 episodi divisi in otto prime serata su Rai1, prodotti da Lux Vide di Matilde e Luca Bernabei e Rai Fiction.Torna il dottore che empatizza con il malato e con la malattia, un medico singolare che curando gli altri cura anche sè stesso, affetto da una amnesia che ha cancellato gli ultimi 12 anni di vita in seguito a un fatto traumatico. Storia vera di Pierdante Piccioni, primario di medicina interna, autore di un libro proprio sulla sua nuova vita. Per fare un passo avanti gli sceneggiatori Francesco Arlanch e Viola Rispoli, hanno affrontato il tema Covid che una serie di questo tipo non poteva ignorare, storicizzando il problema.

La pandemia a un anno e mezzo dalla botta iniziale, inevitabile filo conduttore, colta e analizzata in quello che ha lasciato nel corpo e nella mente di coloro che sono stati affetti dal virus o lo hanno avuto vicino. Perché il Covid ha cambiato la vita di tutti e questi medici da serie tv sono i medici che tutti vorrebbero aver avuto, che dosano passione e compassione, che sanno fare squadra e creano famiglia. Per questo il prodotto tutto italiano è stato venduto in cento Paesi stranieri e la Sony ne ha acquistato il format per riproporlo in inglese. A dirigere la serie, Beniamino Catena e Giacomo Martelli, new entry che fanno il paio con altri «virologi» ora nel cast. Protagonista Luca Argentero che si è cucito addosso il ruolo rendendo il personaggio un tutt’uno con il suo sorriso, accanto a lui Matilde Gioli, guest star Giacomo Poretti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.

Argentero, non la spaventano le altissime aspettative?
«Anzi, mi danno un grande entusiasmo. Il successo si traduce in voglia di fare meglio. E badi che nessuno si aspettava quel risultato. Sette mesi sul set, sottoposti a protocolli rigidissimi, siamo stati sorretti da storie pensate e scritte in modo perfetto. Dunque, nessuna sindrome di George Clooney, da ER. A Doc col camice sempre addosso».
Un personaggio così comunque regala molto?
«Mi ha insegnato tanto. Forse sarà anche un fatto anagrafico, ma come il dottor Fanti, anche io faccio sempre più fatica a essere diplomatico, “torinese” come sono sempre stato. La mia personalità non è stata stravolta, però ora non medio più. E sono sposato a una donna che fa dell’essere diretti un mantra».

Lei ha detto che il suo Doc le ha insegnato anche a prendersi cura. A che si riferiva?
«Mi prendo cura anche attraverso un’associazione, “uncaffè.org” che trae spunto dal caffè sospeso napoletano, ma cercando appoggio sul digitale».
Come ha affrontato lei il pericolo Covid?
«Tutto è andato per il verso giusto e stiamo bene. In quel periodo terribile sono successe le cose più belle della mia vita, ho fatto famiglia, ho avuto una figlia. Ero preoccupato e felice, sentivo un grande senso di fiducia e positività».
(Continua su La Stampa)

 

(Nella foto Luca Argentero)