Pubblicato il 02/08/2017, 17:34 | Scritto da Tiziana Leone

Giletti e Fazio, destini incrociati nelle sliding doors di Viale Mazzini.

Ieri l’addio di Massimo Giletti alla Rai, proprio mentre il direttore generale della Rai Mario Orfeo spiegava in Vigilanza il valore aggiunto di Fazio su Raiuno.

La dipartita di Massimo Giletti nel giorno in cui il direttore generale della Rai Mario Orfeo spiega alla Commissione di Vigilanza che Fabio Fazio è un valore aggiunto per la Rai forse non è proprio un caso. Nello stesso giorno in cui spunta la notizia attesa da tutti, l’addio del conduttore dell’Arena alla Rai, Orfeo è lì a Palazzo San Macuto tra il caldo asfissiante di fuori e l’aria condizionata dentro a spiegare al mondo della politica perché si è tenuto Fazio: è un valore aggiunto e tutti i soldi spesi rientreranno con il doppio degli interessi.

Uno dentro, l’altro fuori. Le sliding doors di Viale Mazzini sanno essere pericolose, con il povero cavallo sempre là, pulito, lucidato, imbracato in impalcature, costretto a guardare, vedere, scoprire, sapere, ma tacere. Giletti racconta del suo arrivo in Rai oltre vent’anni fa: «Ho visto il cavallo e non mi sembrava vero, sono rimasto lì un’ora in attesa del mio appuntamento». Ha detto Fazio qualche mese fa quando era in cerca di un nuovo contratto: «A Viale Mazzini ormai c’è una sola certezza, il cavallo».

Un solo cavallo per due destini opposti. E ora che Giletti è volato tra le braccia di Cairo, ormai una sorta di Lampedusa dei migranti Rai, restano libere quelle serate musicali del sabato che gli erano state offerte come una sorta di risarcimento danni. La musica ci sarà ancora, il conduttore no. Tanto nessuno è indispensabile, soprattutto dalle parti di Viale Mazzini. E se anche a Raiuno una volta era lui, Massimo il vanitoso, a dettare legge, a lanciare provocazioni ai politici di turno, a inveire contro l’ospite che sapeva di sedersi su una poltrona per due e non riservata solo e soltanto al suo monologo, ora sembra che sia Fazio a voler dettar legge sulla rete ammiraglia. D’altronde l’hanno accolto come un trionfatore in groppa al solito povero cavallo, riverito e osannato come un re, come sperare che non avanzasse pretese su ospiti, studi televisivi, annessi e connessi? Orfeo ha puntato sul cavallo Fazio, lasciando indietro il galoppino Giletti.

Erano amici i due. Tanto che quando Orfeo è stato nominato direttore generale della Rai, lo stesso Giletti aveva esultato. «Sono proprio contento, è un amico», diceva, felice, radioso, trionfante. Si sa è sempre meglio avere qualche amico lassù al settimo piano. Sì, come no. Giornalisti entrambi, ambiziosi entrambi, vanitosi entrambi, amano la ribalta, Giletti se l’è presa anni fa, Orfeo la sta assaggiando giorno dopo giorno da quando è stato nominato direttore generale. Quel che il giornalismo unisce, la tv divide. Convinto di avere un posto in palinsesto il conduttore si è ritrovato silurato dall’amico, dall’uomo arrivato al posto di Campo Dall’Orto con il compito di offrire agli italiani una domenica senza problemi, rassicurante, liscia come i capelli della Parodi. Ma questo Massimo non lo sapeva. L’ha scoperto dopo. Persino ieri in Commissione di Vigilanza nessun politico si è accorto del suo addio, perché forse, magari, chissà, lo sapevano già.

Tiziana Leone

(Nella foto Massimo Giletti e Fabio Fazio)