Pubblicato il 04/06/2017, 14:01 | Scritto da La Redazione
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La Tv in numeri: L’eredità di Campo Dall’Orto: una Rai con diverse luci (e alcune ombre)

Il servizio pubblico totalizza nei primi cinque mesi dell’anno una quota di mercato che tocca il 40% (in prime time) Mediaset si ferma al 32,1% (prime time)

 

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 55 di Aldo Grasso e Massimo Scaglioni

 

LA TELEVISIONE IN NUMERI

L’eredità di Campo Dall’Orto: una Rai con diverse luci (e alcune ombre)

 

L’addio del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto lascia la Rai coi «conti in ordine», e un’eredità fatta di diverse luci e alcune ombre. In Italia le chiacchiere contano spesso più dei fatti, ma noi proviamo a partire da questi ultimi. In termini di presenza sul mercato, la Rai sembra in migliore salute dei suoi competitor: non si sa se per incapacità di questi ultimi o per meriti di Viale Mazzini, fatto sta che il servizio pubblico totalizza — nei primi cinque mesi dell’anno — una quota di mercato che tocca il 40% (in prime time) e il 38% (nell’intero giorno), grazie ai canali generalisti e ai dieci tematici. Mediaset si ferma al 32,1% (prime time), tutti gli altri editori (compresa Sky) sono ben sotto il 10%. Nel 2017 Rai1 si conferma rete leader, col 19,5% di share in prima serata, e il 17,5% nell’intero giorno, con una tendenza in crescita rispetto allo scorso anno (Canale 5 è ferma al 15,7% in p.t.). L’ombra maggiore che pesa su questi (grandi) numeri è il fatto che il pubblico Rai è fatto prevalentemente di anziani, caratteristica che accomuna le tre reti generaliste: Rai2 e Rai3 vincono sugli ultra 65enni (anche se ci sono segnali di «svecchiamento» rispetto al 2016), Rai3 abbassa un po’ l’età media, conquistando sia i 50enni sia i 2oenni. Ma sui target più giovani non c’è storia con Mediaset e gli altri editori. Il pubblico più colto (laureati) premia in particolare Raie e Rai3. Gli asset forti Rai sono Sanremo, una fiction che fa grandi numeri (da «Montalbano» a «Maltese») e che si rinnova («La porta rossa»), l’intrattenimento fra tradizione («Che tempo che fa») e innovazione («Facciamo che io ero», dl collegio»). Al di là del digitale (RaiPlay) e dell’informazione (irriformabile), la stagione Campo Dall’Orto si è caratterizzata per un’inedita attenzione editoriale. Speriamo ora non venga definitivamente archiviata.

 

(Nella foto, un’immagine d’archivio)