Pubblicato il 27/04/2016, 11:34 | Scritto da La Redazione
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Premium-Vivendi a caccia di utili – Ecco chi non paga il canone Rai

Premium-Vivendi a caccia di utili

Rassegna stampa: Italia Oggi, pagina 19, di Claudio Plazzotta.

Entro settembre il closing. Per il momento non è previsto un cambio ai vertici della pay tv. Allo studio operazioni commerciali e industriali con Telecom.

I manager di Vivendi vanno e vengono da Cologno Monzese (dove oggi l’assemblea degli azionisti approverà i conti 2015) per completare la due diligence che porterà al closing dell’operazione con Mediaset e che, entro l’estate, vedrà passare il 100% della pay tv Premium al gruppo francese, e uno scambio incrociato del 3,5% di azioni tra il Biscione e Vivendi stesso. Per il momento sia Marco Giordani, presidente di Premium, sia Franco Ricci, amministratore delegato, restano al loro posto. Ma è abbastanza logico che, da settembre, col cambio del socio di riferimento, qualcosa muterà anche ai vertici della pay. Anche perché gli azionisti di Vivendi non vogliono in nessun modo ripetere l’esperienza di Canal+, gruppo televisivo che controllano e che, in i Francia, da quattro esercizi chiude con notevoli rossi di bilancio. Nella cassa di Premium si ritroveranno circa 120 milioni di euro (nella gran parte frutto della passata vendita dell’11,11% di Premium a Telefonica), che magari potranno usare per sistemare i conti dei prossimi esercizi, considerato che il 2015 di Mediaset Premium spa si è chiuso con perdite per 83,88 milioni di euro su 641 milioni di ricavi per oltre 2,1 mln di abbonati. Ma gli uomini di Vivendi spingeranno soprattutto su operazioni commerciali e industriali incrociate con Telecom Italia (di cui Vivendi è il maggiore azionista col 24,9%), per risalire velocemente la china.

Non sono infatti tollerate perdite croniche. Tanto che nella relazione finanziaria del bilancio 2015 di Vivendi si fa esplicito riferimento al caso dei «sei canali di Canal+ in Francia che perdono soldi da quattro anni. Nel 2015 perdite per 264 milioni, dopo i 188 milioni di rosso del 2014. Per uscire dalla crisi (ricetta che potrebbe servire anche per l’Italia, ndr) bisogna restaurare la percezione del valore dell’offerta per l’abbonato, aumentare gli investimenti nelle produzioni originali e nei contenuti premium, migliorare l’esperienza nel mondo pay di Vivendi per l’abbonato. Negli ultimi due esercizi Canal+, in Francia, ha già investito 1,5 miliardi di euro, e Vivendi non ha i mezzi per supportare all’infinito questa situazione». Peraltro il gruppo Canal+, nel suo complesso e valutando pure i business internazionali, ha un risultato operativo positivo per 542 milioni di euro (erano 618 mln nel 2014) su un totale ricavi di 5,513 miliardi di euro (5,456 mld nel 2014). Restando al solo comparto televisivo, Canal+, in Francia, controlla sei canali a pagamento (Canal+, Cinema, Sport, Family, Serie e Dècalè, ovvero il canale a orari sfalsati rispetto ai precedenti), ne edita un’altra ventina in partnership, e gestisce una piattaforma pay che ospita oltre 150 canali. È attivo pure nella tv free d’Oltralpe, e controlla e gestisce offerte di pay tv in oltre 30 Paesi africani, in Polonia, in Vietnam e nei paesi d’Oltremare.

Tanto per avere una idea del peso dei singoli business di Canal+, la pay tv in Francia vale 3,383 miliardi di euro (3,454 mld nel 2014), con 5,746 milioni di abbonati (6,062 mln nel 2014). La tv in chiaro, sempre in Francia, fattura 203 milioni di euro (196), mentre la pay tv in Polonia, per Canal+, produce ricavi per 500 mln di euro (515 mln nel 2014) con 2,119 mln di abbonati (2,146 mln). Diciamo che l’investimento italiano in Premium ha quindi, al momento, un peso analogo a quello polacco nelle logiche del gruppo Vivendi. Dai Paesi d’Oltremare arriva un fatturato pay di 413 milioni di euro (406 mln) con 499 mila abbonati (494 mila), dall’Africa di 400 milioni di euro (312 mln) con un boom di abbonati, passati a quota 2,073 mln dagli 1,552 mln del 2014. E il Vietnam vale 51 milioni di euro di ricavi (40 mln nel 2014) per 804 mila abbonati (794 mila). Infine, piccola nota di colore sui guadagni dei manager Vivendi, un gruppo che nel suo complesso vale 10,7 miliardi di ricavi: il presidente Arnaud de Puyfontaine nel 2015 ha avuto una retribuzione lorda di 3.392.000 euro, il direttore finanziario Hervé Philippe di 2 milioni, così come il direttore delle operazioni Stephane Russel. Insomma, il presidente di Publitalia, Giuliano Adreani (3.786.608 euro nel 2015) e il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri (3.584.650 euro) non li batte nessuno, neppure a Parigi.

 

Dai B&B agli eredi, ecco chi non paga il canone Rai

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 18, di R.Ec.

Vademecum del Fisco sul versamento nella bolletta. Venerdì in cdm decreto banche con indennizzi automatici.

«Dal canone speciale per i bed and breakfast, alla dichiarazione sostitutiva della moglie erede». L’Agenzia delle entrate si siede alla scrivania e risponde alle domande più frequenti, che arrivano dai contribuenti alle prese con la compilazione della dichiarazione per l’esenzione dal pagamento del canone Rai. Da ieri, inoltre, sul sito sono disponibili anche ulteriori esempi di compilazione della dichiarazione sostitutiva. In questo modo, si legge in una nota, «si forniscono i chiarimenti alle principali problematiche affrontate dai contribuenti, e segnalate ai canali di assistenza dell’Agenzia e della Rai, in merito al canone tv e alla presentazione della dichiarazione di non detenzione». Le risposte e gli esempi sono aggiornati costantemente in base alle domande pervenute. Tra gli esempi di risposta fornita dall’Agenzia delle entrate c’è il chiarimento dato ai contribuenti che sono titolari di un bed and breakfast e che già pagano il canone speciale per la tv. Questi non sono tenuti al pagamento del canone di abbonamento alla televisione per uso privato e, se sono intestatari di utenza elettrica residenziale, possono evitarne l’addebito presentando la dichiarazione sostitutiva di non detenzione, compilando il quadro A. Cosa succede se in una famiglia che non possiede la tv, muore il marito intestatario dell’utenza elettrica? La moglie, in qualità di erede, può presentare la dichiarazione sostitutiva per l’esenzione dal pagamento del canone, in bolletta, compilando il quadro A del modello.

LE ESENZIONI Mentre il cittadino residente all’estero, che ha un’abitazione in Italia, deve pagare il canone tv se sono presenti apparecchi televisivi all’interno dell’abitazione. In caso contrario, se è titolare di un’utenza elettrica residenziale, può presentare l’autocertificazione per l’esenzione dal pagamento del canone. Per i coniugi che hanno già presentato, nel 2015, la disdetta per cessione dell’apparecchio tv, e che non sono venuti in possesso di ulteriori apparecchi televisivi, l’Agenzia delle entrate fa sapere che devono presentare la dichiarazione sostitutiva. Venerdì, intanto, il consiglio dei ministri darà via libera al decreto banche. Gli indennizzi saranno automatici per tutti coloro che hanno sottoscritto i bond di CariFe, Etruria, Banca Marche e CariChieti, fino ad agosto 2013. Per gli altri scatterà l’arbitrato. I rimborsi saranno integrali fino a circa 20 mila euro e per chi ha un reddito personale inferiore a 22-23 mila euro.

 

(Nella foto Vincent Bolloré)