Pubblicato il 01/04/2016, 11:34 | Scritto da La Redazione

Vivendi stringe su Premium – Più audience per la Rai, Mediaset in calo. Sale Discovery

Rassegna stampa: MF Milano Finanza, pagina 12, di Andrea Montanari.

Vivendi stringe su Premium

Il gruppo francese e Mediaset stanno definendo i contorni dell’operazione. Entra nel vivo il progetto di un asse Italia-Spagna-Francia per la nuova piattaforma tv che elabori contenuti e lanci un’offerta web. La società di Bolloré vicina all’ingresso nel capitale della pay.

La nomina di Flavio Cattaneo ai vertici di Telecom Italia ha dato un’accelerazione alla volontà di Vivendi, primo socio col 24,9%, del gruppo telefonico, di avviare una campagna acquisti più massiccia con l’intenzione di creare un polo mediatico paneuropeo. Da più fonti vicine al dossier consultate da MF-Milano Finanza arriva la conferma che a breve, probabilmente già la prossima settimana (al massimo entro una decina di giorni), la società francese che fa riferimento a Vincent Bolloré stringerà un accordo di naturale editoriale e industriale con Mediaset. Secondo i rumors di mercato, come riportato da milanofinanza.it, è possibile che questa operazione venga presentata anche al mercato finanziario. Al momento le parti non commentano e per ora bisogna rifarsi alla parole di Silvio Berlusconi («Vivendi è molto interessato all’Italia, io sono amico di Bolloré da anni e lui ha manifestato il suo interesse per alcune cose che facciamo, non assolutamente per Mediaset, ma per nostra capacità di fare prodotti per la tv, di fare format. Vivendi ha una visione per il futuro europea, possibile che si trovino possibilità di collaborazione») e del cfo del broadcaster di Cologno Monzese, Marco Giordani («Non vendiamo Premium, è parte del nostro core business. Tra le due società c’è solo collaborazione»), manager per altro molto accreditato dagli analisti e dagli investitori. Ma ora le carte in tavola sarebbero già cambiate.

E così è ipotizzabile che Vivendi e Mediaset, affiancate dagli studi legali Carnelutti e Chiomenti, stiano definendo i contorni del merger che inizialmente dovrebbe riguardare solo la convergenza sui contenuti editoriali della pay tv italiana e quelli di Canal+, la televisione a pagamento transalpina controllata da Bolloré, dando magari anche vita a una società di produzione a carattere internazionale. Il passaggio successivo sarebbe poi la creazione di una piattaforma online sulla falsariga dell’americana Netflix, sbarcata in forze anche in Italia. Inoltre, più fonti di mercato ipotizzano l’ingresso di Vivendi nel capitale della stessa Mediaset Premium, oggi controllata all’89% dal Biscione e partecipata per il restante 11% dalla spagnola Telefonica. L’operazione potrebbe vedere la luce prima di lunedì 21 aprile, giorno di convocazione dell’assemblea di Vivendi. Anche il mercato spagnolo, presidiato storicamente da Mediaset potrebbe essere interessato dall’operazione.

 

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 15, di A.Bio.

Più audience per la Rai, Mediaset in calo. Sale Discovery

Cresce l’audience per la Rai; gli ascolti di Mediaset invece fra un anno e l’altro sono diminuiti. A certificarlo è l’Osservatorio trimestrale Agcom, diffuso ieri, con dati aggiornati a dicembre 2015. L’Authority da qualche tempo prende a esame anche l’universo dei media, non solo televisivi, nel suo studio che tradizionalmente mette a fuoco gli andamenti per le tic. A finee 2015 Rai e Mediaset si confermano i due principali operatori televisivi in termini di audience con, rispettivamente, il 38% e il 30,2% di quote di ascolto nel giorno medio. Una leadership che comunque ha subito una qualche forma di logorio visto che i livelli di share sono ben inferiori rispetto al 2010. Allora l’emittente pubblica nel giorno medio aveva uno share del 41,3% mentre a fine 2015 si è attestata al 38 per cento. Del 37,4% la quota d’ascolto di Mediaset nel 2010, scesa al 30,2 per cento. Per il Gruppo di Cologno una discesa viene certificata anche rispetto alla fine del 2014 (32,8%). Al contrario l’azienda di viale Mazzini è passata dal 37,5% al 38 per cento.

Ad avvantaggiarsi di queste dinamiche sono stati evidentemente gli altri operatori. Il report dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in tal senso cita espressamente Discovery. Il gruppo americano, guidato in Italia da Marinella Soldi, «grazie anche a operazione di M&A, dopo una crescita dal 2010 fino a giugno 2015, sembra assestarsi su una quota pari al 6,8 per cento». In aumento anche la quota di audience di Sky (considerando il complesso dei dati di Sky e Fox). Nel 2010 lo share era del 4,9% nel giorno medio, per salire al 6,6% del 2014 e al 7,5% del 2015. Infine i dati fotografano un calo su base annua, ma un aumento rispetto al 2010, per La7. L’emittente del gruppo Cairo aveva uno share del 3,1% nel 2010, salito à 3,7% nel 2014 per passare al 3,5% a dicembre del 2015.

 

(Nella foto Vincent Bolloré)