Pubblicato il 20/01/2016, 13:32 | Scritto da La Redazione

Vivendi su Telecom: “Siamo soci industriali, non la porta per Orange” – Ei Towers dopo Rai Way tenta la via di Inwit

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 30, di Sara Bennewitz.

Vivendi ribadisce la propria missione in Telecom: “Siamo soci industriali, non la porta per Orange”

Vivendi ribadisce di essere un socio stabile di Telecom e nega qualunque rapporto con altri operatori francesi che a parole, come Orange, o attraverso i derivati, come il patron di Iliad Xavier Niel, hanno manifestato un interesse per il gruppo italiano. «Non siamo la porta di Orange per Telecom – ha detto ieri in un audizione al senato l’ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine -. E con Niel abbiamo rapporti solo commerciali sui contenuti, ma non abbiamo mai discusso di Telecom, né conosciamo i suoi piani al riguardo». De Puyfontaine aveva già precisato che Vivendi balla da sola e che si propone di essere un socio industriale di lungo termine all’assemblea di Telecom dello scorso 15 dicembre, la stessa assise che l’ha nominato consigliere del gruppo. Tuttavia, proprio in seguito al voltafaccia del colosso francese dei media in quell’occasione, la cui astensione ha determinato il fallimento del piano di conversione delle Telecom risparmio in ordinarie, gli investitori sono restii a fidarsi delle parole di Vivendi. A ridosso dell’annuncio dell’operazione di conversione lo scorso novembre, lo stesso de Puyfontaine aveva dichiarato che «non si sarebbe opposto», lasciando così intendere che Vivendi avrebbe supportato un’operazione fortemente voluta dal mercato, e che avrebbe creato valore per tutti gli azionisti.

Ma a dicembre l’ad di Vivendi aveva precisato di essere a favore della conversione «ma non a quelle condizioni», che però erano già note da tempo. Quanto ai rapporti o interessi con Mediaset de Puyfontaine ieri ha ribadito che «per il momento non c’è nulla da dire, vediamo in futuro». Di sicuro Vivendi è interessata a spingere gli investimenti nella rete, perché senza la banda larga non potrà veicolare i suoi contenuti media. «È come avere una Ferrari e chiederle di andare per le stradine di campagna – ha detto l’ad di Vivendi -, la rete Telecom non sarà seconda a nessuno: come dicono gli anglosassoni, se il contenuto è re la distribuzione è regina». Per raggiungere questo obbiettivo Vivendi è pronta a valutare tutte le opzioni, dall’acquisto di Metroweb a una partnership con Enel per fare la rete nelle aree a fallimento di mercato. «Saremo pragmatici nel valutare tutte le opzioni per la banda larga – ha detto de Puyfontaine -, vogliamo sviluppare insieme il piano strategico». Intanto il prossimo 16 febbraio a Londra Telecom illustrerà alla comunità finanziaria il nuovo aggiornamento del suo piano industriale a valle dell’approvazione dei risultati 2015. In quell’occasione, gli investitori si aspettano che l’ad di Telecom Marco Patuano faccia il punto sulle attività in Brasile.

In proposito de Puyfontaine ieri ha ricordato che Vivendi è focalizzata sull’Europa e per questo nel 2015 ha venduto Gvt, tuttavia, ha precisato che «non conoscendo a fondo Tim Brasil non ci siamo formati un’idea al riguardo: siamo in attesa che Recchi e Patuano ci facciano delle proposte». Sull’onda di queste novità, ieri le azioni di Telecom sono salite del 4,7% recuperando quota 1,04 euro. Vivendi ha in carico il suo 21,36% di Telecom al prezzo medio di 1,15 euro per azione, stesso discorso per Xavier Niel che con le opzioni ha scommesso che a fine giugno i titoli del gruppo italiano varranno poco meno di 1,2 euro.

 

Rassegna stampa: il Sole 24 Ore, pagina 31, di R.Fi.

Ei Towers dopo Rai Way tenta la via di Inwit

Il bersaglio di Ei Towers è cambiato, ma l’obiettivo rimane lo stesso: favorire la creazione di un campione nazionale delle torri sulla falsariga di quanto avviene già oltreconfine. Ed è per questo che la società guidata da Guido Barbieri ci riprova dopo la fallita Opa su Rai Way e ha deciso di sparigliare le carte nella corsa, che la vede contrapposta al duo Cellnex-F2i e American Tower, per mettere le mani sul 45% di Inwit, la società delle torri Telecom. La controllata di Mediaset sarebbe pronta, guardando agli attuali corsi di mercato, a sborsare oltre 850 milioni per conquistare il 29,9% di Inwit, senza essere costretta a lanciare un Opa obbligatoria sul restante capitale, e a “sedurre” Telecom con i vantaggi industriali di un consolidamento che consentirebbe a entrambi di massimizzare la presenza nel mercato del broadcast e delle tlc. Con l’ex monopolista libero di decidere poi come valorizzare ulteriormente la restante quota. La cessione sta per entrare nel vivo, Telecom dovrebbe avviare a breve la fase delle offerte vincolanti e chissà che questa volta il progetto di un campione nazionale delle antenne non riesca ad avere la meglio sulla concorrenza di spagnoli e americani.

 

(Nella foto Vincent Bollorè, presidente di Vivendi)