Pubblicato il 20/01/2016, 11:32 | Scritto da La Redazione

Malgara lascia la guida dell’Auditel. Dopo 32 anni – Rai, la riforma è legge. Resta il rebus poltrone

Malgara lascia la guida dell’Auditel. Dopo 32 anni – Rai, la riforma è legge. Resta il rebus poltrone
Era presidente della società di rilevazione dell'audience dalla fondazione. Ora si apre la gara per succedergli. E poi in Rai si chiedono chi sarà il responsabile della nuova newsroom.

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 27, di Massimo Sideri.

Malgara lascia la guida dell’Auditel. Dopo 32 anni

Era presidente della società di rilevazione dell’audience dalla fondazione. Ora si apre la gara per succedergli.

Dopo 32 anni Giulio Malgara ha lasciato ieri la presidenza dell’Auditel. L’imprenditore guidava la società di rilevazione dell’audience il numero-totem da cui dipendono i 3,5 miliardi di investimenti pubblicitari nella tv dall’anno della fondazione: dunque da quel 1984 che vedeva Bettino Craxi al governo. Le dimissioni risultano improvvise. Ma è difficile, dopo oltre 30 anni di gestione incontrastata sempre al fianco di Walter Pancini, non collegarle all’Audigate, lo scandalo dell’inquinamento del panel emerso sul Corriere lo scorso ottobre. La gravità del caso era stata testimoniata dal primo congelamento nella storia dell’indice. La versione che circolava ieri e che tutti ripetono in maniera quasi uniforme è che l’imprenditore lascia per le difficoltà della sua azienda, la Malgara Chiari & Forti. La crisi dell’ex impero del food, nato con la conquista della società allora famosa per l’Olio Cuore e incrociato nei primi anni Novanta con i sogni ipertrofici di Raul Gardini (Garma stava per Gardini e Malgara), non è certo un mistero. E nemmeno una novità: già nel 2014 la società aveva difficoltà nel pagare gli stipendi come denunciato dal sindacato. Il gruppo è controllato all’89,81% dalla Effe H Spa (al 51% dello stesso Malgara) in liquidazione.

Il pacchetto azionario è passato in pegno a The Pintus Group Llc, gruppo con sede a Las Vegas dell’imprenditore sardo Curio Pintus, in cambio di un finanziamento da 30 milioni. Ma ieri Pintus via email al Corriere ha anticipato che «quel finanziamento è sospeso». Ecco, forse, la novità. Di certo ora è iniziata la lotta per il dopo Malgara in Auditel. Un nome circola già ed è anche quello più facile da immaginare: Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa, l’associazione degli investitori pubblicitari azionista forte Auditel. C’è anche un precedente per il doppio ruolo: lo stesso Malgara. D’altra parte il nome del successore dovrà essere proposto da Upa, Unicom e Assocom. E votato dall’assemblea del 4 febbraio. Il divorzio di Malgara dalla sua creatura era stato lo stesso imprenditore vicino a Berlusconi a importare l’Auditel in Italia potrebbe essere l’occasione per una trasformazione del metodo di rilevazione che non aveva subìto modifiche in questi 32 anni, attirandosi critiche. Nata in pieno scontro tra la televisione di Stato e la emergente tv privata, nella figura di Fininvest, l’Auditel ha finito per inglobare quel duopolio senza trovare nuovi equilibri e aggiornarsi all’arrivo della Rete e delle pay tv via satellite.

 

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 21, di Loris Mazzetti.

Rai, la riforma è legge Resta il rebus poltrone

Chi sarà il responsabile della nuova newsroom?

Il presidente Mattarella ha firmato la legge di riforma della Rai. Il 30 gennaio entrerà in vigore e il 9 febbraio Campo Dall’Orto avrà i poteri dell’amministratore delegato. Nel frattempo in Rai continua il giallo della nomina del responsabile della nuova newsroom che accorpa le direzioni delle Relazioni istituzionali e Comunicazione. A intorpidire le acque è stato l’editorialista di Virus, il piduista Bisignani, che in un articolo sul Tempo ha svelato la candidatura di Roberto Rao, giornalista, portavoce di Casini, in Parlamento con l’Udc, oggi nel Cda di Poste Italiane. Nomina che, pur non in linea con il detto di Renzi, andrebbe a risarcire i centristi della mancata vicedirezione generale a Leone, capo di Rai 1, promessa da Renzi a Casini. Poi il caso Matteo Maggiore, grande professionista con un’esperienza ventennale alla Bbc, oggi responsabile della Comunicazione della Banca Europea degli Investimenti, l’uomo giusto al posto giusto, a sua insaputa (come ha spiegato in una lettera al Fatto) vero candidato di Campo Dall’Orto, bruciato da una spiata, strategica, fatta arrivare ai giornali e a Dagospia direttamente dai piani alti di Viale Mazzini.

La nuova legge dà nuovi poteri al presidente, a Monica Maggioni potrebbero essere affidate le deleghe “nell’area delle relazioni esterne e istituzionali e di super visione delle attività di controllo interne” attraverso una delibera dell’assemblea dei soci: ministero del Tesoro e Siae. Morale: Rao, Maggiore, o chi sarà incaricato, dipenderebbe direttamente dal presidente e non dall’ad. Questa è una scelta non solo strategica, ma soprattutto politica, che farà in totale autonomia il governo, perché il 6 maggio scade (come prevede la legge Gasparri) la Concessione alla Rai di servizio pubblico. La Concessione sicuramente sarà rinnovata a Viale Mazzini, potrebbero però cambiare le condizioni di base, compreso la percentuale del canone spettante all’azienda, dopo la decisione di inserirlo in bolletta elettrica. Ci sarebbe tanto lavoro per il nuovo responsabile della security, l’ex capitano della gendarmeria francese Cantournet: chissà se qualcuno gli darà mandato di scoprire chi è la gola profonda di Viale Mazzini.

 

(Nella foto Giulio Malgara)