Pubblicato il 01/12/2023, 13:02 | Scritto da La Redazione

La Rai vuole vederci chiaro sui Fuorionda di Michele Guardì

La Rai vuole vederci chiaro sui Fuorionda di Michele Guardì
Qualcosa, alla fine, è successo. Il caso degli accesi fuorionda di Michele Guardì, trasmessi martedì scorso su Italia 1 da Le Iene e derubricati dallo storico autore Rai, oggi 80enne, come «roba vecchia e pretestuosa: che succederà mai?», non sono passati in silenzio. Così su Il Messaggero.

La Rai apre un’indagine interna sui fuorionda di Michele Guardì

Il Messaggero, di Ilaria Ravarino, pag. 22

Qualcosa, alla fine, è successo. Il caso degli accesi fuorionda di Michele Guardì, trasmessi martedì scorso su Italia 1 da Le Iene e derubricati dallo storico autore Rai, oggi 80enne, come «roba vecchia e pretestuosa: che succederà mai?», non sono passati in silenzio.

IL COMUNICATO
L’azienda ha annunciato ieri con un comunicato l’intenzione di aprire un’indagine interna, in gergo “audit”, per studiare i fatti emersi «dalla messa in onda, martedì 28 novembre, su Italia 1, di un servizio contenente alcuni fuori onda del regista e sue dichiarazioni». A finire sotto accusa è il comportamento dell’autore – inventore di programmi storici del servizio pubblico, come Unomattina – che durante una puntata di una vecchia trasmissione (risalente a ll anni fa secondo Le Iene,14 secondo Guardì), I Fatti vostri, si è rivolto con un linguaggio più che colorito a collaboratori e colleghe. Oltre a dare del “cane” all’allora conduttore Giancarlo Magalli – che molto sportivamente lo ha difeso: «Lavora in Rai da 40 anni, ha molti nemici» – Guardì si è rivolto con appellativi poco edificanti alle sue collaboratrici, definite «deficienti», «troie» e «puttane», per poi prendersela, in un altro frammento audio, anche con un collaboratore chiamato «frocio di m..». Dichiarazioni che hanno suscitato l’immediata reazione del mondo LGBTQ+ e che hanno portato ieri la presidente della Commissione Vigilanza Rai, la 5 Stelle Barbara Floridia, a chiedere all’azienda di «intervenire pubblicamente».

LA PRESCRIZIONE
Ieri Guardì è tornato sulla questione, sostenendo che «si tratta di una cosa di 14 anni fa e nessuno allora si è mai lamentato. Hanno riso tutti, nessuno si è ribellato o ha denunciato. E il reato di insulto, comunque, si prescrive in cinque anni. Mi sono scusato allora e lo faccio di nuovo adesso». L’audit Rai raccoglierà le testimonianze delle persone coinvolte nel cosiddetto “incidente” per valutare eventuali misure contro l’autore: «Attendo quello che la Rai mi chiederà di fare dopo l’apertura dell’audit con il massimo rispetto per l’azienda che mi dà lavoro da40 anni». Non attendono invece Le Iene, che a tre giorni dalla messa in onda del servizio sono già al lavoro per tomare sul caso nella puntata di martedì 5 dicembre: «Ci stiamo muovendo. Abbiamo già sentito alcune persone che hanno accettato di parlare di questa storia: Giancarlo Magalli, Tiberio Timperi, Anna Falchi, Alberto Matano e Salvo Sottile – ha detto Marco Occhipinti, autore insieme a Filippo Roma del servizio – Gli abbiamo chiesto se cono- scevano Guardì e le risposte che ci hanno dato sono state sorprendenti. Diciamo che offriranno materiale utile all’audit Rai e alla commissione di vigilanza».
(Continua su Il Messaggero)

 

 

 

 

 

 

(Nella foto il servizio delle Iene)