Pubblicato il 20/07/2023, 17:01 | Scritto da La Redazione
Argomenti: , , ,

L’Agcom tiene d’occhio la situazione di Tim

L’Agcom tiene d’occhio la situazione di Tim
«Il nuovo mondo dell'always connected incide in profondità sul tessuto sociale e trasforma i rapporti al suo interno, esercitando un effetto aggregante, ma anche polarizzante». Così Andrea Biondi su Il Sole 24 Ore.

Agcom, il faro sulle Tlc tra crisi e attesa sulla rete Tim

Il Sole 24 Ore, di Andrea Biondi, pag. 19

«Il nuovo mondo dell’always connected incide in profondità sul tessuto sociale e trasforma i rapporti al suo interno, esercitando un effetto aggregante, ma anche polarizzante». E ancora: «Cambiano anche il concetto di spazio e gli ambiti territoriali. Le sfide imposte dal web sono globali e la dimensione utile per affrontarle è quanto meno quella continentale, sia pure costantemente integrata dall’azione dei legislatori e dei regolatori nazionali e dalla cooperazione tra le autorità nazionali». Davanti al presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella, ci sono i deputati e il vicepresidente della Camera, Sergio Costa; i numeri uno delle altre Autorità di vigilanza; i rappresentanti delle associazioni come Massimo Sarmi per Asstel e Andrea Imperiali per Auditel e alcuni rappresentanti delle aziende regolate. Ed è davanti a loro, nella relazione annuale sull’attività dell’Authority, che Lasorella traccia un quadro del mondo delle comunicazioni in grande trasformazione, ma anche alle prese con mutamenti dei rapporti di forza fra vecchi e nuovi player, e con la crisi di settori che un tempo erano assimilabili a galline dalle uova d’oro. È qui che il ragionamento approda subito al comparto delle Tlc: mercato in crisi, con calo di ricavi e anche di investimenti che comunque restano elevati in rapporto al fatturato (25%), ma con un denominatore in costante flessione.

Sono i dati a lasciare poco spazio a dubbi: ulteriore riduzione nel 2022 in termini di risorse complessive pari al 3,3% (-2,8 nel 2021) con un valore intorno ai 27 miliardi di euro. La flessione, nel quinquennio 2018-2022 è nell’ordine del 13,7%, pari a circa 4,3 miliardi di euro ed è ascrivibile principalmente al calo delle risorse della rete mobile, il cui valore — oggi pari a 11,74 miliardi — appare ridotto del 5,3% rispetto al 2021, mentre i servizi di rete fissa, con un valore complessivo pari a 15,19 miliardi, mostrano una riduzione più contenuta (-1,7%). Calano i ricavi, ma anche gli investimenti. Nel 2022 gli impegni in infrastrutture di rete si riducono del 7,3% passando da 7,49 a 6,95 miliardi di euro. Nella rete fissa, stando ai dati Agcom, si registra una flessione del 4,2%, e gli investimenti dell’incumbent Tim subiscono una contrazione significativa (-25,4%) laddove, per gli altri operatori considerati, si registra una crescita del 5,6 per cento. La rete mobile conosce invece una maggiore flessione (-12,8%) con gli investimenti di Tim in calo del 21% a fronte di una riduzione del 9,6% osservabile per gli altri operatori. Tutti numeri che emergono dalla Relazione annuale Agcom, con Il presidente Lasorella che riguardo alle Tic parla di un’azione del regolatore «fortemente condizionata dall’incertezza relativa alla possibile trasformazione, peraltro ancora in corso, degli assetti strutturali e proprietari dell’operatore dominante». Il dibattito sulla vendita della rete Tim è ovviamente una variabile determinante in un mercato che comunque mostra dei cambiamenti strutturali: la fusione delle attività retail di Linkem e Tiscali o l’entrata di nuovi operatori «in segmenti di mercato precedentemente non presidiati: Iliad e PostePay nella rete fissa».
(Continua su Il Sole 24 Ore)