Pubblicato il 12/04/2022, 17:03 | Scritto da La Redazione
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Il Ramadam fa impennare lo streaming

Durante il Ramadam aumenta il consumo di video sulle piattaforme

La Vanguardia, pagina 9, di Josep Lluìs Micò.

Le piattaforme di video on demand studiano in dettaglio ogni movimento del mercato. Il loro volume d’affari è così alto che, invece di seguire le tendenze culturali, cercano di crearle; e invece di reagire a qualsiasi fenomeno sociale o politico, cercano di anticiparlo. Lo stesso sta succedendo in questi giorni con il Ramadan, il periodo di digiuno della comunità musulmana. Tra il primo aprile e il primo maggio, coloro che praticano questa religione hanno l’opportunità di dedicare più tempo al raccoglimento, con l’obiettivo di avvicinarsi a Dio e purificare la propria anima attraverso l’autodisciplina, il sacrificio e la riflessione.

I musulmani, che non possono mangiare, fumare o fare sesso dall’alba al tramonto, mirano a crescere spiritualmente in questo modo. Quindi lo scopo del Ramadan è quello di stabilire legami più forti con Allah. E cosa ha a che fare questo con Netflix, Amazon Prime Video o HBO? Beh, a giudicare dai dati che i dirigenti di queste aziende hanno a disposizione, molto. I dirigenti di queste società hanno informazioni che confermano che questo pubblico consumerà di più questo tipo di contenuto nel mese santo. Sanno anche che i contenuti locali e i drammi d’epoca, sia film che serie, saranno il materiale più frequentato.

Programmazione ad hoc

Nadim Dada di StarzPlay riconosce che l’aumento dello streaming è significativo nel Ramadan. In paesi come gli Emirati Arabi Uniti, l’aumento può raggiungere il 32%, come nel 2021. Secondo lui, «al giorno d’oggi, le famiglie e gli amici si riuniscono per l’iftar e il suhur, e finiscono insieme davanti alla televisione». L’Iftar è il pasto serale comune che rompe il digiuno quotidiano durante il Ramadan, mentre il suhur – o sahur, sehri o sahari – viene consumato prima dell’alba, quando la preghiera mattutina di fajr non ha ancora avuto luogo. Entrambi invitano alla partecipazione collettiva. E soprattutto il primo di solito porta a momenti di svago o di ricreazione.

Non a caso, in alcune aree geografiche, canali come Discovery+ preparano pacchetti tematici appositamente studiati per l’occasione. Per questo motivo, una recente ricerca di YouGov rivela che quasi la metà dei musulmani del Medio Oriente prevede di passare più ore su Netflix che nelle settimane precedenti il Ramadan. Secondo il rapporto Global Media Outlook, i giovani saranno il gruppo con il più alto volume di abbonamenti audiovisivi tra aprile e maggio. Dai 45 anni in poi, l’entusiasmo per gli schermi sta calando, ma non scompare. L’analista Jules Newby collega questa situazione alle abitudini mediatiche acquisite «a causa della pandemia di coronavirus».
(Continua su La Vanguardia)