Pubblicato il 14/02/2022, 09:10 | Scritto da La Redazione

Chiamatelo Ballando con le maschere

Se Il cantante mascherato diventa una variante di Ballando

Corriere della sera, pagina 43, di Aldo Grasso.

Che il Cantante mascherato fosse destinato a diventare una specie di spin-off o prolungamento di Ballando con le stelle ormai si era capito. La terza edizione, iniziata venerdì in prima serata, non ha fatto altro che confermare questa impressione. Forse l’unico modo di localizzare su Rai1 i vaneggianti pupazzi del format ideato in Sud Corea, che ha poi inaspettatamente spopolato in tutto il mondo, era quello di sciacquare i panni dell’immaginario manga nel milieu della Milly Carlucci S.p.a, nel gorgo di una frustrazione impiegatizia. Con la sua scuderia di volti (da Federico Fashion Style ai maestri di Ballando, ci si aspettava solo di veder sbucare Guillermo Mariotto da un momento all’altro), l’atmosfera lustrini e paillettes, la sua conduzione identica dai tempi di Scommettiamo che, la sua giacchetta spallata, Milly Carlucci gestisce con piglio deciso una festa generalista dall’iconografia non poco camp, un mondo coerente nelle sue varie manifestazioni, benedetto dal direttore Stefano Coletta in prima fila tra il pubblico, ormai pronto a condurre Saremo.

Il meccanismo del Cantante mascherato si basa sostanzialmente su due elementi: l’eccentricità dei costumi e il gioco a indovinare le celebrità nascoste sotto le maschere di animali reali e immaginari, che dovrebbe accendersi in studio e anche sui social. Più prestigiosi e inaspettati sono i partecipanti, più il gioco e lo stupore salgono di livello: nella versione italiana, la competizione è più limitata perché il cerchio delle possibilità si restringe sostanzialmente al piccolo mondo dei vip che bazzicano l’intrattenimento Rai.
(Continua su Corriere della sera)

 

(Nella foto Il cantante mascherato)