Pubblicato il 15/12/2021, 15:04 | Scritto da La Redazione

“The Ferragnez” rosolati ben bene da Selvaggia Lucarelli

“The Ferragnez” rosolati ben bene da Selvaggia Lucarelli
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: «Tutto quello che leggerete sulla serie è uno spoiler, ma la verità è che la vita stessa di Fedez e Chiara Ferragni è uno spoiler continuo e che probabilmente quello che spaventa i due della morte è che nessuno abbia mai postato nulla dall'aldilà», scrive la giornalista sul quotidiano “Domani”.

La “super vita” di Chiara e Fedez era solo lo spoiler di The Ferragnez

Domani, pagina 13, di Selvaggia Lucarelli.

Tutto quello che leggerete sulla serie The Ferragnez è uno spoiler, ma la verità è che la vita stessa di Fedez e Chiara Ferragni è uno spoiler continuo e che probabilmente quello che spaventa i due della morte è che nessuno abbia mai postato nulla dall’aldilà. Hanno raccontato via Instagram la vita quando era una striscia rosa su un test di gravidanza, quando era un feto, quando la bimba veniva al mondo con la mamma truccata come se le spinte le avesse date l’ostetrica al posta suo, quando la bimba veniva ricoverata in ospedale con flebo al braccio e foto ricordo nelle storie dopo la quale seguiva adv di gioielli. È difficile, dunque, comprendere il perché di un racconto che narra ciò che è stato così tanto spremuto, condiviso, narrato. È come dire: faccio una soap su Beautiful. Soprattutto, è difficile decidere cosa rimanga del racconto sui Ferragnez al netto dei quattrocento «super» utilizzati da Chiara come rafforzativi e della linea narrativa intera, se si elimina il concetto «Chiara e Fede sono tanto diversi», «Chiara è solare, lui è ombroso».

In pratica, se Fedez dovesse mai assumere un farmaco per stabilizzare l’umore, i Ferragnez sparirebbero nelle nebbie fitte delle coppie in cui ci si somiglia e non ci sarebbe altro da aggiungere. E se Chiara smettesse di piazzare un «super» prima di qualunque aggettivo, la serie durerebbe dieci minuti.

Il pubblico della LeopoIda

Anche perché diciamolo, i comprimari sono tipo il pubblico della Leopolda: non sai perché siano lì e chi glielo faccia fare. Le sorelle di Chiara (che lei chiama «sisters») sembrano due Skipper in tenda accanto alla Barbie nel castello, tutte con le onde da piastra Ghd, tutte bionde, tutte truccate, tutte plastificate e chiamate a commentare la vita della sorella, come se l’universo mancasse di pareri sulla vita dei Ferragnez («siamo una super sorellanza», dice Valentina). E poi lei, l’Ape Regina, mamma Marina, con quell’aria da boom economico anni Cinquanta, un po’ Nicole Kidman ne La donna perfetta, sempre fresca di estetista, cammina e lascia una scia di profumo dolciastro pure dalla tv.

Gli uomini, soprattutto i compagni delle sorelle, sono anche loro figure scialbe sullo sfondo, costretti a muoversi in un mondo pastello nel ruolo di «fidanzati di sorelle di», che se uno ci pensa è uno strazio infinito. Menzione d’onore al padre di Chiara che arriva, saluta e poi si dilegua dietro una pianta finta per preservare la sua dignità, visto che è l’unico che non si fa i boccoli con la piastra in famiglia.

Fedez in trappola

E poi c’è lui, Fedez. Che onestamente io non so come faccia ad andare a dormire la notte e a non avere paura di svegliarsi all’improvviso, di ritrovarsi la moglie, la suocera e le due sorelle Gertrude e Genoveffa tutte pallide, tipo la servitù di The Others, che lo fissano, per poi evirarlo e succhiargli l’anima per rimanere giovani, bionde e con le onde piastrate per sempre. A me era antipatico Fedez, ma dopo questa serie vorrei abbracciarlo forte e dirgli che la sua esistenza immersa nella dimensione stucchevole, plastificata, passivo-aggressiva di “The blonde salad” mi suscita molta empatia. Lui e la madre, perennemente incazzati col mondo, mi sembrano il giusto contrappeso, lo scarabocchio sul foglio bianco, la puzza di vita in quell’atmosfera di cellophane e cipria fissante che è il lato Ferragni.

Fedez ne esce, almeno, come un essere umano. Contorto, diffidente e cupo, Fedez si fida solo di sua madre (noto mastino) perché una madre non tradisce. Ne ha piene le palle dell’entourage di Chiara, delle sorelle di Chiara, del mondo rosa confetto di Chiara che si ferma sulla soglia della sua stanza dei giochi, una specie di panic room in cui il camper di Barbie non può parcheggiare. In questo mondo di apparente incomunicabilità lui e la moglie decidono di andare insieme dal terapeuta di coppia, il quale – vecchia volpe – comprende subito che il problema dei due è quello di non essere mai soli e quindi suggerisce loro di trascorrere un weekend insieme con dieci cameraman e il gruppo di autori a supporto, in una serie tv distribuita in tutto il mondo da Amazon.

Dettagli sfuggiti

Al terapeuta sfuggono, in compenso, problemi lievemente più macroscopici: Chiara che afferma di non voler viziare il figlio Leone dopo che ha affittato una villa a Como per le feste e ha fatto schiacciare un pulsante a Leone col quale il bimbo ha acceso luminarie, la pista del ghiaccio, le giostre con i cavalli e tutta la Lombardia. O che papà Fedez si è sottoposto a otto ore di trucco per assomigliare a Babbo Natale anziché comprare il bustone a 6 euro e 90 vestito+galosce+occhiali+barba finta acrilica che prende fuoco già a 50 metri dalla prima candela accesa. Sfugge, allo psicologo, l’aria gelida, formale di una cena in famiglia in cui Chiara indossa un collier Bulgari e non accompagna neppure a letto il figlio, che sparisce assieme alla tata.

Gli sfugge il linguaggio mesto e performante della Ferragni per cui il marito «oggi è preso bene, è SUPER simpatico ma il giorno che è preso male è difficile». O l’agghiacciante «ho il plus di avere un bambino stupendo». O «questo è il mio look per ritirare l’Ambrogio d’oro». O lui che le dice cosa farà a Sanremo e lei «super cool amore!». O «non voglio creare aspettative su ciò che mio figlio vorrà fare, però è molto espressivo, magari farà l’attore!» Insomma, si vola basso, mica ha aspettative. Roba che se non diventa Robert De Niro può anche fare l’amministratore delegato di Porsche, per carità. Ma è anche bellissimo quando il suo general manager le dice che potrebbe partorire l’8 marzo e lei lo trova «super top», per poi aggiungere che lì «si lavora super sodo» e capisci che è vero quando il super manager dell’azienda The Blonde Salad racconta di essere stato mandato a comprare un test di gravidanza per Chiara come un assistente di 19 anni tra un caffè da portare in riunione e un salto in lavanderia. Chiara trova anche «super dolci» Fedez e il figlio vestiti allo stesso modo per Sanremo e si dispiace del fatto che il marito, preoccupato per il Festival, sia un «tato super sconfortato». Naturalmente è anche «super in ansia» perché deve registrare la sigla della serie, fortuna che c’è la sua «super amica Martina».
(Continua su Domani)

 

(Nella foto The Ferragnez)