Pubblicato il 10/11/2021, 18:01 | Scritto da La Redazione
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Matteo Renzi e quella mail per controllare le tv in campagna elettorale

Renzi, ecco la email per pilotare tg e talk

Il Fatto Quotidiano, pagina 2, di Valeria Pacelli e Tommaso Rodano.

«Accordo con Confalonieri», «accordo con Orfeo», uno «sguardo particolare» su La7. Un piano per gestire i rapporti coni media in vista delle elezioni e per il controllo capillare dei contenuti di tv e giornali. Tra gli atti dell’inchiesta Open della Procura di Firenze c’è una email di Matteo Renzi al suo amico e imprenditore Marco Carrai, ex consigliere della Fondazione, entrambi indagati – ma per altri fatti – per concorso in finanziamento illecito. Nell’oggetto della email (non penalmente rilevante, tutte le persone citate inoltre sono estranee all’indagine) – c’è scritto «bozza», all’inizio del testo «POLITICHE18». Cioè le elezioni del 4 marzo 2018, alle quali Renzi partecipa da segretario del Pd.

Si comincia dal «Mondo La7». Le indicazioni di Renzi sono specifiche: «Dobbiamo pretendere una figura dedicata di raccordo tra noi e Andrea Salerno – direttore di La7, ndr. – (che io vorrei incontrare nella settimana prima dell’8). Conoscere le scalette. Capire i format dei nostri avversari. Essere presenti sempre, anche nei format mattutini con i migliori. Pretendere di indirizzare alcuni contenuti (Grasso e superstipendio, fuga di Di Maio dalla società di Brescia sul JobsAct, marocchino che fa il volontario delle ambulanze e viene cacciato dal segretario della Lega di Vercelli, coperture delle proposte di Berlusconi). Sguardo particolare su Gruber, Floris, Formigli, Giletti, Minoli».

Fonti vicine all’ex premier spiegano che l’email è solo «una bozza che girava da tempo, c’era stata una riunione su tutte le partite aperte degli ultimi mesi di campagna elettorale. La bozza è una sorta di elenco di compiti per l’ufficio comunicazione», «un elemento strategico». Nel caso di La7, «il sospetto è che altri, a differenza di Renzi, avessero le scalette dei programmi, quindi bisognava mettere qualcuno a monitorare questo aspetto». Andrea Salerno, spiega di non aver mai incontrato Renzi per discutere di questi argomenti e che sarebbe stato ingenuo pensare di condizionare i contenuti della sua rete: «Nessuno mette il becco sulle scalette dei programmi, tranne gli autori e a volte il direttore».

Rai e Mediaset nel mirino

Poi nell’email si passa alle altre reti. «Mondo Mediaset», scrive Renzi: «Accordo con Brachino/Confalonieri. Monitorare costantemente Berlusconi e chiedere di fare altrettanto, sempre». E ancora: «Mondo Rai. Accordo Agnoletti/Orfeo. (Marco Agnoletti era il portavoce di Renzi, ndr.). Vanno però verificate anche le virgole. Montare polemiche sempre, come nel caso della sovraesposizione di Grasso sulla Costituzione o su Fazio» (Renzi era irritato dalla puntata di Che tempo che fa del 10 dicembre 2017 nella quale Pietro Grasso aveva presentato il simbolo di LeU).

Fonti renziane sostengono fosse solo «un modo di dire»: «mai stato nessun accordo». Mediaset e Felice Gonfalonieri hanno preferito non commentare. Mario Orfeo, che oggi dirige il Tg3 e ai tempi era il direttore generale della Rai, le definisce «parole misteriose»: «Non credo di aver visto Renzi in quel periodo e non avevo nessun accordo con Agnoletti, che è uno dei moltissimi portavoce che sento per lavoro». Anche Agnoletti spiega: «Con Orfeo non ho mai fatto accordi, come non li ho fatti con altri. Ero da poco stato richiamato in servizio da Matteo per migliorare i suoi rapporti coni media. E quello cercavo di fare: dialogare e confrontarmi con tutti, anche con il Fatto».
(Continua su Il Fatto Quotidiano)

 

(Nella foto Matteo Renzi)