Pubblicato il 21/10/2021, 11:32 | Scritto da La Redazione

Gianni Minoli: Un suicidio spostare Un posto al sole per In Mezz’ora

Gianni Minoli: Un suicidio spostare Un posto al sole per In Mezz’ora
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il giornalista ha dato vita alla soap opera italiana più longeva quando era direttore di Rai3 e oggi critica lo spostamento d’orario. Perché cambiare un programma che funziona bene da 25 anni, per uno che non fa ascolti?

Il creatore Minoli: «Un suicidio per Viale Mazzini»

Il Mattino, pagina 14, di G.C.

I fan la chiamano Upas, dalle iniziali. Lui la definì «una fabbrica a ciclo continuo», a volte, «la mia creatura»: il paventato spostamento di orario di Un posto al sole provoca rabbia in chi quel programma lo ha creato: è Gianni Minoli, direttore di Rai3 nel periodo in cui la soap nasceva su iniziativa degli australiani della Grundy. A metà anni ’90 l’ideatore di Mixer fu chiamato dai vertici dell’azienda per ideare una trasmissione che facesse da lancio per il Tg3. Minoli convocò giornalisti e ricercatori del Censis.

L’idea che uscì, maturata con Francesco Pinto, allora capo del centro di produzioni Rai di Napoli, era una sorta di Beatiful all’italiana, ma con alcune modifiche: una soap sull’Italia reale, ambientata a Napoli (all’inizio si era pensato a Torino): «L’idea era quella di dare al Paese una sua serie, un modo per puntare sulla cultura popolare tramite la fiction». Idea vincente e premiata, come dimostrano questi primi 25 anni.

Minoli, lei ha inventato Upas.
«Capii che la Rai avrebbe perso l’esclusiva di calcio e cinema e quindi, come oggi si fa con Don Matteo e Il commissario Montalbano, pensai che un prodotto nazionalpopolare con le caratteristiche di Un posto al sole sarebbe stato ideale per recuperare terreno e ascolti tra un pubblico orfano di una certa programmazione».
La soap ha fan a tutti i livelli.
«Umberto Agnelli si congratulò: “La Fiat ha costruito a Pomigliano d’Arco la più moderna fabbrica di auto che esista al mondo, ma il modello di sviluppo per il Sud è il tuo con Un posto al sole, non il nostro”. E dove la trovava, la Rai, una macchina da soldi che dopo 25 anni tutte le sere registra ancora ascolti da paura nel prime time? L’ho voluto fortemente e l’ho difeso sempre, anche dopo».

Adesso viene spostato. Non le sembra un’idea «tafazzesca»?
«Peggio, mi pare una follia, un suicidio. Come lo sarebbe contrarre Geo di Sveva Sagramola o addirittura il mitico Blob. Hai dei prodotti di valore, storici e made in Rai, che rendono tanto, e li metti in discussione? Mah, non so che dire».
Upas è perfetto per il preserale?
«Ha una colonia mostruosa di abitudinari che non concepiscono quell’orario senza la soap made in Neaples. Tornano dal lavoro e si affacciano su palazzo Palladini, come un rito. Difficile riprendersi quegli ascolti anticipando la messa in onda, per non dire impossibile».
(Continua su Il Mattino)

 

(Nell’immagine il logo di Un posto al sole)