Carlo Cracco, levati il grembiule
Dinner Club, sei personaggi alla scoperta di ricette e territori
Corriere della sera, pagina 55, di Aldo Grasso.
Sei personaggi in cerca di cuoco. Dinner Club, lo show, prodotto da Banijay Italia è un viaggio lungo l’Italia alla ricerca del cibo genuino (Amazon Prime Video), ma è anche una bella riflessione sul concetto di professionalità. In poche righe il «sugo» delle sei puntate. Lo chef stellato Carlo Cracco si accompagna a sei amici alla scoperta di ricette, territori ed esperienze gastronomiche di vario genere, dal Delta del Po (Fabio De Luigi) alla Puglia e Basilicata (Luciana Littizzetto), dalla Sardegna (Diego Abatantuono) al Cilento (Valerio Mastandrea), dalla Maremma (Sabrina Ferilli) alla Sicilia (Pierfrancesco Favino). C’è il viaggio, c’è l’incontro con le specialità del posto, c’è la cena finale che ogni attore deve preparare per gli altri.
Con un cast del genere, difficile fare un brutto programma: rilassati, consapevoli dei propri mezzi, nessuno di loro ha qualcosa da dimostrare o da rivendicare. Al di là dei cibi, delle delizie culinarie, delle scoperte gastronomiche, i tempi comici sono perfetti, le battute giuste, il programma molto gustoso. Persino gli strafalcioni (Sabrina Ferilli) sembrano scritti a proposito e recitati con cura. Persino le idiosincrasie di Mastandrea (non mangia cose bianche) sono un coup de théâtre di grande efficacia. In mezzo a tanta professionalità, l’anello debole è il non professionista, Carlo Cracco che, ovunque si trovi, ha sempre la stessa espressione, la stessa fissità (quella del giudice di MasterChef).
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(Nella foto Dinner Club)