Pubblicato il 15/07/2017, 16:01 | Scritto da La Redazione
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Mediaset, Vivendi non molla

Mediaset, Vivendi non molla
I francesi chiedono di conservare tutti i diritti di voto nelle operazioni straordinarie ma il Garante tlc è pronto a opporsi: vuole una società autonoma. Così su Repubblica

A fine mese il verdetto

 

 

Rassegna Stampa: Repubblica, pagina 33, di Aldo Fontanarosa

 

Mediaset, Vivendi non molla

I francesi chiedono di conservare tutti i diritti di voto nelle operazioni straordinarie Ma il Garante tlc è pronto a opporsi: vuole una società autonoma. A fine mese il verdetto

 

I francesi di Vivendi vogliono conservare voce in capitolo sulle operazioni straordinarie che Mediaset deciderà, nel caso, soprattutto nelle assemblee straordinarie dei soci. Supponiamo che il gruppo Berlusconi volesse vendere la pay-tv Premium o una quota della società delle antenne, EI Towers. Su mosse così grandi, che richiedono maggioranze qualificate in assemblea, e molto alte, i francesi ambiscono a dire la loro. E così anche sugli aumenti di capitale, le acquisizioni, le fusioni, le modifiche allo Statuto. Vivendi prende questa posizione davanti al Garante per le Comunicazioni (l’AgCom), che da aprile contesta ai francesi la violazione delle nostre norme anti-concentrazione per la presenza contemporanea in Telecom Italia e, appunto, nel Biscione. Incalzata dal Garante, il 19 giugno Vivendi ha spiegato che avrebbe “sterilizzato” una consistente parte dei suoi diritti di voto dentro Mediaset. Sul 29,9 percento dei diritti che oggi controlla, avrebbe reso silente il 20 percento. Questo ridimensionamento della capacità di influenza nelle assemblee di Mediaset rappresenta la prima risposta di Vivendi alle obiezioni antitrust del nostro Garante (più avanti, entro aprile 2018, potrà essere necessaria una cessione di quote nel gruppo Berlusconi oppure, a scelta, in Telecom Italia). Ma i francesi – a leggere bene -propongono intanto una “sterilizzazione” solo parziale del 20 percento dei diritti di voto in Mediaset. Nel caso di operazioni straordinarie, che potrebbero avere un grande impatto sul loro investimento nel gruppo Berlusconi, ambiscono a conservare un pieno diritto di voto, che poi sarebbe anche un diritto di veto sulle iniziative a loro sgradite. Al momento, il Garante per le Comunicazioni non ha ancora preso posizione sui desideri della società francese. Ma l’orientamento è di dire no a questa richiesta di abbuono sulle operazioni straordinarie. Il Garante suggerisce un percorso molto diverso, che porterebbe alla creazione di una nuova società, del tutto indipendente da Vivendi. Gli amministratori di questa società verrebbero nominati proprio dal Garante, a sancirne la piena autonomia dalla casa madre francese, sul modello del monitoring trustee. Dentro questa società separata verrebbero trasferiti tutti i diritti di voto eccedenti (il 20 percento sul totale del 29,9 in capo a Vivendi). E sarebbe questa società – autonoma e indipendente – a farsi carico di tutelare gli interessi dei francesi, anche in occasione di operazioni straordinarie che venissero deliberate dal Cda di Mediaset e poi sottoposte al giudizio della assemblea dei soci. Tra Vivendi e il Garante, a conti fatti, c’è un disaccordo totale. I francesi sognano di affidare il 20 percento dei diritti di voto a una loro fiduciaria e di conservare – in ogni caso – piena influenza sulle decisioni straordinarie del Biscione. Il Garante punta a scegliere il Consiglio di amministrazione di una società del tutto indipendente dove collocare i diritti di voto, che per Vivendi sarebbero “sterilizzati” sempre e comunque. Il braccio di ferro tra Vivendi e il Garante continuerà fino a fine di luglio, quando il nostro arbitro delle comunicazioni deciderà sembra sul caso.

 

(Nella foto, il logo Vivendi e Mediaset)