Pubblicato il 27/05/2017, 15:03 | Scritto da La Redazione
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Diritti tv, spezzatino in A

Si giocherà in otto orari

 

Rassegna Stampa: Gazzetta dello Sport, pagina 19, di Marco Iaria

 

Diritti tv, spezzatino in A

Si giocherà in otto orari

Pubblicati i pacchetti per il triennio 2018-21. Parla De Siervo, a.d. di Infront Italy: «Anacronistico tenere le gare domenica pomeriggio»

 

 

Prepariamoci a una Serie A sempre più spezzatino, in cambio di proventi tv per 1,1 miliardi sul territorio domestico e di 1,4/1,5 miliardi complessivi a stagione, compreso l’estero, secondo le aspettative dell’advisor Infront, vale a dire oltre 200 milioni in più dell’attuale triennio. È questa la novità più succosa contenuta nel bando di vendita dei diritti televisivi del campionato per il ciclo 2018-21, pubblicato ieri dalla Lega e relativo alle dirette a pagamento in Italia. Fra due stagioni le finestre orarie fisse della Serie A saranno ben otto: sabato alle 15, alle 18 e alle 20.30; domenica alle 12.30, alle 15 (tre partite), alle 18 e alle 20.30; lunedì alle 20.30. «Mantenere le partite nell’appuntamento storico della domenica pomeriggio è anacronistico – spiega alla Gazzetta Luigi De Siervo, a.d. di Infront Italy -. E più interessante poter offrire a più utenti possibili la fruizione del campionato italiano. Questo è un punto d’incontro tra le abitudini degli italiani e la necessità di dare alla Serie A maggiore visibilità sui mercati internazionali. Si è cercato di evitare le sovrapposizioni con i big-match esteri e si è anticipato l’orario serale dalle 20.45 alle 20.30: il broadcaster straniero che solitamente compra i diritti di più campionati, in questo modo è più tentato di scegliere la A». In questo tentativo di sprovincializzarsi rientra il coinvolgimento del regista Paolo Sorrentino: «Gli abbiamo offerto una sorta di art direction del calcio italiano nel mondo, con l’incarico di fare non solo super-spot della A all’estero ma anche di scrivere una sceneggiatura del prodotto in modo da accrescerne il valore».

PACCHETTO Ma adesso le attenzioni sono concentrate sul mercato domestico. Sabato 10 giugno alle ore 10 (due giorni prima della Champions) verranno aperte le buste delle offerte e nello stesso giorno l’assemblea di Lega dovrebbe assegnare i pacchetti. Sono state recepite le osservazioni dell’Antitrust che ha indirizzato la Lega verso una vendita per piattaforma, in realtà mista. Infatti, a differenza del passato, l’esclusiva è davvero allettante. Il pacchetto A (satellite), il pacchetto B (digitale terrestre) e la somma dei due pacchetti C (Internet) hanno contenuti comuni: ci sono le prime quattro squadre per bacini d’utenza (al momento Juve, Milan, Inter e Napoli) oltre alle tre neopromosse e all’ultima squadra di A per numero di sostenitori. Tutti gli altri club arricchiscono il pacchetto D, aperto a tutte le piattaforme e in esclusiva: ci sono Roma, Fiorentina, Lazio, Torino, eccetera. COSTI Se i pacchetti delle 8 squadre comuni hanno una base d’asta di 200 milioni annui ciascuno (i due pacchetti C 100 milioni a testa), il pacchetto D vale 400 milioni. Troppi? «Le esclusive del pacchetto D – spiega De Siervo – sono molto più forti del passato, c’è l’essenza della Serie A». Il fatto di aver dato ai new media la stessa dignità delle pay tv tradizionali è ritenuto, a giudizio di Infront, uno stimolo al mercato. Il pacchetto D potrebbe consentire a uno stesso operatore di avere tutto il campionato: secondo Infront è una tutela per i consumatori, che non sono costretti a fare più abbonamenti per vedere tutto. Ora la palla passa al mercato. Ci sono Sky e Mediaset, con la prima che potrebbe fare il colpaccio assicurandosi i pacchetti A e D. E ci sono gli operatori del web, dalle telco ai cosiddetti «over the top» come Amazon, che potrebbe essere interessata. Da ambienti vicini a Telecom, si apprende che quest’ultima non pare intenzionata a partecipare all’asta. Se è pretattica o la pura verità lo scopriremo presto.

 

(Nella foto, una foto di archivio)