Pubblicato il 02/03/2017, 19:32 | Scritto da La Redazione

Stefano Callegaro di MasterChef perde la causa con Striscia la Notizia

Stefano Callegaro di MasterChef perde la causa con Striscia la Notizia
Il vincitore di “MasterChef 4” aveva querelato Antonio Ricci, Max Laudadio, Ficarra e Picone, ma il tribunale di Rovigo ha archiviato tutto: “Esercitavano il diritto di critica”.

Striscia batte MasterChef: nessun reato nei servizi tv

Rassegna stampa: RovigoOggi.

Archiviato il procedimento contro Antonio Ricci, Massimiliano Laudadio, Ficarra e Picone: “Esercitavano il diritto di critica”, finiscono nel nulla le tre querele per diffamazione e stalking.

Tre querele e sei indagati, tra i quali notissimi volti di Striscia la Notizia. Finisce tutto in nulla, con l’archiviazione decisa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rovigo Alessandra Martinelli. Escono quindi puliti, senza alcuna conseguenza, dall’indagine che era stata aperta nei loro confronti Antonio Ricci, 66 anni, di Albenga, storico autore di Striscia la notizia, il tg satirico delle reti MediasetMassimiliano Laudadio, 45 anni, di Pistoia; Valentino Picone, 45 anni, di Palermo; Salvatore Ficarra, 45 anni, di Palermo, tutti inviati della trasmissione. A loro carico erano state in prima battuta elevate le ipotesi di reato di stalking e diffamazione.

Di sola diffamazione erano invece stati accusati D.R., 60 anni di Vercelli, e P.L.C., 50 anni, di Biella, ex datori di lavoro di Stefano Callegaro, il polesano diventato famosissimo per avere vinto l’edizione del 2015 di MasterChef, il cooking show famosissimo. Proprio Stefano Callegaro, con tre distinte querele, poi riunite, aveva innescato il procedimento penale. Tutto, secondo questa ricostruzione dei fatti, comincia a fine 2015, quando prima Striscia svela il nome del vincitore prima dell’ultima puntata, poi comincia a martellare, servizio su servizio, ipotizzando che Callegaro non fosse in possesso di tutti i requisiti necessari per la vittoria, in particolare quello di non avere mai lavorato come chef professionista.

In particolare, vengono intervistati anche i due ex datori di lavoro, esponenti di vertice di una catena di prodotti alimentari che eseguiva anche dimostrazioni a domicilio, con annessa preparazione dei prodotti: sostengono come Callegaro dimostrasse, appunto, come realizzare determinati piatti, laddove lui afferma che questo non sarebbe vero e che la sua funzione era solo di spiegare come utilizzare quei prodotti. Da qui l’accusa di diffamazione a carico dei due.

Diffamazione e stalking erano invece le ipotesi di reato anche nei confronti dei quattro personaggi tv di Striscia la Notizia, autori dei servizi con le interviste – non solo ai due datori di lavoro, ma anche ad altri conoscenti di Stefano Callegaro – o responsabili del programma. L’ipotesi di stalking derivava dal fatto che Callegaro sosteneva di avere subito l’insorgere di uno stato d’ansia a seguito del susseguirsi dei servizi.

Nessuna di queste tesi aveva retto neppure al vaglio della Procura, che aveva chiesto l’archiviazione. Si era opposto Callegaro, seguito dall’avvocato Franco Portesan di Adria. Dopo l’udienza del 7 dicembre scorso, il giudice si era riservato la decisione, comunicata nei giorni scorsi: archiviazione.

Il giudice Alessandra Martinelli spiega nel dettaglio i motivi di questa decisione. Per quanto riguarda i due datori di lavoro, nessuna diffamazione: hanno semplicemente spiegato che Stefano Callegaro aveva competenza in campo alimentare. E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che era diplomato all’alberghiero.

Per quanto riguarda i quattro nomi di Striscia, la questione è in parte diversa. È vero che i servizi sono fortemente negativi nei confronti di Stefano Callegaro, ma è anche vero che esiste il diritto di critica, che in questa occasione viene giudicato dal magistrato prevalente. Anche perché i servizi paiono improntati non certo all’offesa o al falso gratuito, ma alla volontà di fare chiarezza. Nessuna diffamazione, quindi, secondo il giudice.

Ancora più nette le posizione sullo stalking, che non potrebbe proprio sussistere. In primo luogo perché i cronisti di Striscia non stavano certo agendo per i “biasimevoli motivi” che possono configurare lo stalking. Stavano facendo il proprio lavoro. Inoltre, spiega il magistrato, spiega come, nel caso di personaggi famosi, come diventato Stefano Callegaro, il diritto alla riservatezza sia per forza di cose attenuato.

 

(Nella foto, da sinistra, Valerio Staffelli e Stefano Callegaro)