Pubblicato il 09/11/2016, 11:34 | Scritto da La Redazione
Argomenti: ,

Mediaset, nessun piano B per Premium. E nei conti spunta il buco

Mediaset non molla con Vivendi

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 27, di A.Ol.

Nessun piano B su Premium: “Per noi contratto vincolante”. Il rosso del gruppo si allarga a 116,6 milioni nei primi nove mesi: pesa lo stallo sulla pay-tv. Il cfo Giordani: “Non c’è altro scenario se non l’esecuzione del contratto con Vivendi”.

Mediaset non demorde sull’accordo con Vivendi per Premium. Nessun piano-B, ha assicurato il cfo del Biscione, Marco Giordani, alla conference cali con gli analisti per illustrare i risultati dell’ultimo trimestre, penalizzati appunto dallo stallo sul destino della pay-tv, promessa sposa ai francesi, che l’hanno poi ripudiata. «Non prevediamo altro scenario se non la realizzazione del contratto – ha puntualizzato Giordani -. Si può discutere su quanto verrà attuato, ma non sul fatto che verrà realizzato». Mediaset ha riportato nel terzo trimestre una perdita di 88,8 milioni, rispetto ai 60,2 milioni dello stesso periodo 2015. Tra aprile e settembre il gruppo ha dovuto far fronte a 50 milioni di oneri straordinari, relativi a Premium, che non erano stati preventivati. La decisione di Vivendi di non dare corso all’accordo ha rallentato la crescita degli abbonamenti della pay-tv, con ricavi saliti del 5% nell’ultimo trimestre rispetto al +16% dei primi sei mesi dell’anno.

L’udienza al Tribunale di Milano per valutare la richiesta di Mediaset di sequestro del 3,5% di Vivendi è stata rinviata al 23 novembre. Ma il gruppo del Biscione resta fermo nella posizione di considerare il contratto firmato ad aprile come vincolante. Nella conference cali per illustrare i risultati del trimestre penalizzati dallo stallo sul destino della pay-tv-il cfo del Biscione, nonché presidente di Premium, Marco Giordani, non ha voluto parlare di alternative. «Non prevediamo altro scenario se non la realizzazione del contratto – ha puntualizzato -. Si può discutere su quanto verrà attuato, ma non sul fatto che verrà realizzato». La perdita consolidata di Mediaset si è allargata a 88,8 milioni nel terzo trimestre rispetto ai 60,2 milioni dello stesso periodo 2015. Tra aprile e settembre il gruppo ha dovuto far fronte a 50 milioni di oneri straordinari, relativi alla pay-tv che non è passata di mano, che non erano stati preventivati. La decisione di Vivendi di non dare corso all’accordo su Premium ha rallentato la crescita degli abbonamenti, con ricavi saliti del 5% nell’ultimo trimestre rispetto al +16% dei primi sei mesi dell’anno.

Situazione complicata dalla cogestione prevista nelle more del passaggio di proprietà, secondo cui le decisioni rilevanti riguardanti la pay-tv avrebbero dovuto essere approvate anche dai francesi. L’interim management è stato sciolto a ottobre, quando Vivendi l’ha comunicato a Mediaset, che è cos tornata a gestire in proprio la controllata. Giordani ha promesso che si tornerà a spingere su ricavi e abbonati, ma intanto un trimestre è andato perso e «non sarà recuperato» nell’ultima parte dell’anno. Il gruppo sottolinea comunque in una nota che «i recenti aumenti di capitale varati da Mediaset Premium, già previsti in sede di budget previsionale, sono stati fino a oggi sottoscritti pro-quota anche dal socio di minoranza Telefonica», che ha l’11% della pay-tv. Inoltre, le analisi dell’andamento dei principali indicatori interni ed esterni riguardanti le attività pay del gruppo dei primi nove mesi 2016 «hanno confermato in tutti gli scenari di sensitivity considerati la correttezza dei valori di carico in essere».

Nei primi nove mesi, dunque, il rosso di Mediaset si è attestato a 116,6 milioni (36,1 milioni nello stesso periodo 2015), con ricavi a 2.563 milioni (+149,5 milioni). In particolare in Italia i ricavi sono stati pari a 1.853 milioni (da 1.741 milioni un anno fa), in Spagna a 711 milioni. L’Ebitda è stato di 892,9 milioni rispetto agli 871,4 milioni del 2015, l’Ebit è positivo per 32,7 milioni, ma in calo rispetto agli 82,4 milioni dei primi nove mesi 2015. L’indebitamento finanziario netto è passato dagli 859 milioni di fine 2015 a 1.123 milioni per le politiche di acquisizione (come le radio), distribuzione dividendi e acquisto azioni proprie. Un segnale incoraggiante è arrivato dalla ripresa della raccolta pubblicitaria, salita a ottobre del 4,1%, lasciando spazio così alle «attese positive» per i due mesi conclusivi di cui ha parlato il direttore generale marketing di Publitalia, Matteo Cardani, che, per l’intero esercizio, prevede una crescita compresa tra il 2,7% e il 3,1%. Si tratta di un’accelerazione rispetto all’incremento del 2,6% segnato nel periodo gennaio-settembre a un totale di 1,39 miliardi.

 

(Nella foto la sede di Mediaset)