Pubblicato il 14/10/2016, 14:31 | Scritto da La Redazione
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Mediaset vale più in Spagna che in Italia

Mediaset Spagna batte l’Italia

Rassegna stampa: MF, pagina 10, di Andrea Montanari.

La controllata iberica capitalizza quasi 700 milioni in più della casa madre, che ha perso il 32% da inizio anno. Intanto Vivendi rivoluziona la pay tv in Francia: dimezzato il costo dell’abbonamento a Canal+.

In Spagna da tempo il settore media ha visto riprendersi gli investimenti pubblicitari. E la tv ne trae i maggiori benefici. Per questo Mediaset Espana, indiscusso leader di mercato, sta viaggiando a vele spiegate. Al punto che il polo televisivo iberico ormai ha superato di gran carriera il valore di mercato della controllante Mediaset. Al termine della seduta di borsa ieri, infatti, la market cap della branch spagnola del Biscione ammontava a 3,77 miliardi, mentre la capitalizzazione del broadcaster italiano era di soli 3,08 miliardi. Un gap di quasi 700 milioni che certifica l’importanza del business estero per la casa madre guidata da Pier Silvio Berlusconi. Analizzando la portata del valore della partecipazione di controllo – la quota del 50,2% detenuta da Mediaset vale quasi 1,9 miliardi – emerge come l’attuale peso delle attività storiche italiane sia sempre più limitato: poco più di 1,1 miliardi. E questo perché sul business nazionale incide, e non poco, l’impasse che sta rallentando i piani di sviluppo e soprattutto il deconsolidamento di Mediaset Premium, la pay tv in perdita sin dalla nascita (2005) e che nel primo semestre ha prodotto un rosso di 100 milioni.

È evidente, quindi, che la never ending story con Vivendi sta incidendo sull’andamento di borsa del titolo del Biscione, che da inizio anno ha perso il 32% del suo valore. E anche ieri le azioni ne hanno in parte risentito, avendo toccato il minimo intraday di 2,5 euro salvo poi ritracciare e chiudere in progresso dello 0,15% a 2,61 euro. A dare una minima spinta al titolo Mediaset è stata la mossa decisa ieri, ossia quella di chiedere al Tribunale di Milano il sequestro preventivo del 3,5% delle azioni proprie di Vivendi, oggetto del possibile concambio azionario con il gruppo francese e previsto dall’accordo vincolante siglato lo scorso aprile per l’acquisto del 100% di Premium, all’epoca valutata 756 milioni. Che una soluzione vada trovata, e pure in fretta, è chiaro a tutti. Anche se finora la trattativa tra le parti non sta portando a una nuova intesa o un progetto di valorizzazione della pay tv. Il piano di lavoro è quello che MF-Milano Finanza ha riportato il 22 e 29 settembre e che prevede una spartizione del controllo di Premium tra Vivendi e Mediaset con Telefonica, che resterebbe nel capitale all’11%.

Ieri l’agenzia Bloomberg ha riportato l’indiscrezione che si sarebbero sfilati i fondi esteri sondati dal gruppo che fa riferimento a Vincent Bolloré per la cessione di una di minoranza (il 20%) della stessa tv a pagamento del Biscione. In questo modo Vivendi e Mediaset si dovrebbero spartire pariteticamente il 44,5%. Mentre, come già più volte evidenziato dalla stampa, Telecom Italia (partecipata dal gruppo francese al 24,6%) avrebbe solo il ruolo di partner commerciale e hub sul quale far transitare il bouquet di canali di Premium, che nel frattempo sta rivedendo il perimetro d’offerta e ha abbassato il costo dei pacchetti in vendita. L’impianto che Bolloré vorrebbe è quello che sta attuando in Francia con Canal+.

 

(Nelle foto la sede di Mediaset)