Pubblicato il 28/09/2016, 14:33 | Scritto da La Redazione
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Mediaset a Vivendi: subito soluzione su Premium o è guerra

Mediaset a Vivendi: subito soluzione su Premium o è guerra
Nessuna proposta alternativa dai francesi per la pay tv, il cda di Cologno Monzese dà mandato ai vertici per nuove azioni legali. Così Roberta Amoruso su “Il Messaggero”.

L’ultimatum di Mediaset ai francesi

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 19, di Roberta Amoruso.

Tutto tace da casa Vivendi. Neanche una parola sul contenzioso per l’acquisto di Premium. E allora a due giorni dal closing fissato dal contratto di aprile, con tanto di firma di Vincent Bollorè e i suoi, Mediaset alza i toni dello scontro ed è pronta a dare battaglia fino all’ultimo. Il cda ha dato infatti mandato al management di intraprendere, se opportuno, nuove azioni legali per ottenere l’esecuzione del contratto in modo tempestivo. Una spinta sull’acceleratore che ha almeno due obiettivi evidentemente: insistere sull’esecuzione del contratto, certo, ma anche far presente che il tempo è d’oro per una società come Premium che entra nella stagione autunnale. Dunque non c’è tempo da perdere: se entro qualche settimana non arriverà l’esecuzione del contratto, secondo quanto si capisce da ambienti vicini al dossier, Mediaset metterà in campo ben altre azioni legali. Numeri alla mano, il gruppo Mediaset ha stimato i danni in 50 milioni per ogni mese di ritardo nell’adempimento dell’accordo e Fininvest in «una cifra non inferiore a 570 milioni».

E la mossa di ieri rappresenta di fatto un via libera strategico alla procedura d’urgenza (ex articolo 700) per anticipare la discussione in Tribunale della causa contro i francesi, al momento fissata per il 21 marzo. Insomma Cologno Monzese non farà sconti a chi con una lettera con tanto di intestazione il 25 luglio scorso ha pensato di poter stracciare il contratto su Premium per poi far calare un silenzio profondo sulla questione. In realtà, sembra che almeno dietro le quinte i francesi di Vivendi abbiano fatto più di una mossa per trovare una soluzione di compromesso da sottoporre a Mediaset. Uno schema che possa contare sul coinvolgimento nell’operazione di alcuni fondi internazionali pur di ridimensionare l’impegno del gruppo guidato da Bollorè. I fatti dicono che per ora il lavoro di Vivendi e dei suoi advisor non ha trovato la quadratura del cerchio. Sia Sky che Telecom Italia, chiamate in causa hanno già smentito un interesse. Ciò vale anche per Telefonica, più volte indicata in questi mesi di tensioni, come snodo centrale per trovare una soluzione si è sempre chiamata fuori, definendo non più strategica anche la quota dell’11% di Premium acquistata dalla stessa Mediaset a inizio 2015.

CACCIA AL COMPROMESSO Non sarà dunque facile trovare una via d’uscita per Vivendi, che secondo il fronte italiano può però ancora sfruttare la finestra prevista dal contratto per lo slittamento del closing per preparare un piano B. Secondo indiscrezioni i legali di Cleary Gottlieb, che stanno lavorando alla nuova proposta, hanno tempo fino a venti giorni prima dell’udienza per consegnarla. Lo scontro rischia di farsi duro. Anche se nessuno dei due contendenti, nemmeno Vivendi, sembra in fondo interessato ad abbandonare il progetto di creare un polo Ue della tv che sfidi gli over the top Usa. Comunque andrà a finire il contenzioso con Mediaset è solo uno capitolo di una nuova stagione all’attacco per Bollorè. Che dopo la scalata a Gameloft, domani affronterà la famiglia Guillemot nell’assemblea degli azionisti di Ubisoft. Obiettivo da realizzare a breve: entrare anche con la forza nel board del numero tre mondiale dei videogames.

 

(Nelle foto le sedi di Mediaset e Vivendi)