Pubblicato il 09/09/2016, 11:30 | Scritto da La Redazione
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Mediaset incalza Vivendi in Francia

Mediaset incalza Vivendi in Francia
Esposto all'Amf: “Il gruppo transalpino non può recedere su Premium”. La Consob francese: “Scorrette le affermazioni della semestrale”. Così Antonella Olivieri su “Il Sole 24 Ore”.

Mediaset all’Amf: “Vivendi non può recedere su Premium”

 

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 27, di Antonella Olivieri.

Esposto all’Amf: “Il gruppo transalpino non può recedere su Premium”. La Consob francese: “Scorrette le affermazioni della semestrale”.

Mediaset prova a lanciare l’offensiva direttamente in casa del potenziale partner Vivendi, riluttante a dar corso all’acquisto della pay tv Premium. Mercoledì, infatti, il direttore finanziario del gruppo televisivo, Marco Giordani, si è appellato all’Autorité des marchés financiers (trasmettendo l’esposto per conoscenza anche alla Consob) affinché Vivendi “corregga” le affermazioni contenute nella sua relazione semestrale a riguardo del controverso accordo che avrebbe dovuto portare a uno scambio azionario reciproco del 3,5% tra i due gruppi e il passaggio del 100% di Premium sotto le insegne francesi, a fianco della pay-tv transalpina Canal Plus. Nella lettera all’Amf si fa riferimento ai passaggi della relazione semestrale di Vivendi, datata 25 agosto, dove si riferisce della situazione di stallo venutasi a creare su Premium. Passaggi che, secondo indiscrezioni, sarebbero stati oggetto di perplessità nello stesso board della società presieduta da Vincent Bolloré in occasione dell’esame dei conti. A ogni modo, nella semestrale, Vivendi scrive che l’accordo per rilevare Premium si basava su assunzioni finanziarie fornite da Mediaset a marzo e che poi Vivendi aveva sollevato questioni su queste assunzioni informandone la stessa Mediaset.

In particolare, si legge nella relazione, l’accordo firmato l’8 aprile era subordinato «alla due diligence condotta da Deloitte, come concordato contrattualmente». Era emerso chiaramente dall’audit e dalle analisi di Vivendi, prosegue la relazione degli amministratori, che le cifre fornite da Mediaset prima della firma del contratto non erano «realistiche» ed erano invece fondate su una base «artificialmente» inflazionata. Questo, prosegue la ricostruzione di parte francese, aveva condotto le due parti a rinegoziare in giugno i termini dell’accordo. E, mentre proseguivano le discussioni, improvvisamente Mediaset e Fininvest procedevano invece a lanciare «un attacco mediatico, a danno degli interessi e dell’immagine di Vivendi». Inoltre, la relazione aggiunge che Vivendi aveva completato in tempo il processo di prenotifica dell’operazione presso la Commissione europea, ma che la stessa non avrebbe accettato un filing formale mentre ancora si stavano discutendo modifiche all’accordo originale. Dunque, sottolinea la relazione, «è possibile che il nulla osta della Commissione non possa essere ottenuto prima del 30 settembre 2016, data alla quale il contratto perderebbe di validità».

Mediaset ha denunciato quindi alla Consob francese alcuni passaggi di questa ricostruzione, sostenendo in particolare che è «incorretto, fuorvianti e non fair», nonché che «interferisce sul closing» dell’operazione Premium l’affermazione, riportata nella semestrale di Vivendi, secondo la quale l’accordo era subordinato all’esito della due diligence. Al contrario, nell’esposto firmato da Giordani, si riporta testualmente la clausola contrattuale che dimostrerebbe come Vivendi non avrebbe potuto sottrarsi all’adempimento di quanto concordato, salvo «dolo o colpa grave», in dipendenza dall’esito della due diligence che, stranamente, non era stata effettuata prima della firma. «Ogni liability eventualmente individuata da Vivendi e dai sui advisor durante la due diligence dice il contratto non pregiudicherà il completamento del closing nei termini e nelle condizioni stabilite in questo accordo». Allo stesso modo Mediaset denuncia che la due diligence di Deloitte non era stata «concordata contrattualmente» come affermato dalla controparte francese, ma, secondo la sezione 3.3 dell’accordo, Deloitte era stata invece indicata come “esperto” esclusivamente per calcolare l’Arpu (ricavi per abbonato) di Premium a fine 2015, sulla base di uno specifico diritto a ritirarsi dall’operazione previsto dal paragrafo 3.2 del contratto.

Numeri la cui realtà è stata«confermata da Deloitte nei tempi stabiliti dal suo mandato». Di conseguenza, conclude l’azienda che fa capo alla famiglia Berlusconi, «Vivendi non ha nessun diritto di ritirarsi dall’operazione sulla base del risultato della due diligence». E all’autorità di Borsa francese si chiede perciò di «ripristinare una corretta informazione al mercato». Mentre la media company guidata da Arnaud de Puyfontaine non ha voluto commentare, la Consob transalpina, nel confermare di avere ricevuto l’esposto del Biscione, ha però messo le mani avanti. Un portavoce dell’Atrif, secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters, pur senza entrare nel merito, ha sottolineato che l’Authority «non ha il potere di dirimere una disputa commerciale tra due società».

 

(Nelle foto le sedi di Mediaset e Vivendi)