Pubblicato il 21/08/2016, 14:01 | Scritto da La Redazione
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Vivendi prova a riaprire la partita con Mediaset sulla tv a pagamento

Vivendi prova a riaprire la partita con Mediaset sulla tv a pagamento
Dopo le maxi-cause del Biscione, il Cda del gruppo francese potrebbe affidare ai manager il mandato per nuovi negoziati. Così su La Stampa.

Dopo il blitz di Mediaset, Vivendi stringe i tempi

Rassegna Stampa: La Stampa, pagina 9, di Giuseppe Bottero

Retroscena

Vivendi prova a riaprire la partita con Mediaset sulla tv a pagamento

Dopo le maxi-cause del Biscione, il Cda del gruppo francese potrebbe affidare ai manager il mandato per nuovi negoziati

 

Dopo il blitz di Mediaset, Vivendi stringe i tempi. Bisogna riaprire la partita che si gioca attorno a Premium, e trovare un accordo che eviti ai francesi di sborsare 50 milioni di euro al mese. Chi è al lavoro sul dossier racconta di un’ attività sempre più intensa: il gruppo parigino, che ha scelto, di non rilasciare commenti, ha pochi giorni di tempo per preparare una replica e le eventuali proposte da portare in Consiglio di amministrazione.

Se nelle scorse settimane sono circolate indiscrezioni e ipotesi di accordi, per sbloccare lo stallo servirà però l’ incontro tra il presidente Vincent Bolloré e l’ amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine. Il board si riunisce giovedì per approvare i risultati economici del semestre e, inevitabilmente, prima i consiglieri e poi gli analisti in conference call chiederanno conto della partita italiana, che per il gruppo parigino – socio forte di Telecom – è strategica. Non è da escludere quindi che il Cda si concluda con un mandato a trattare. Anzi, ad aprire ufficialmente il dialogo visto che, finora, tra Parigi e Cologno Monzese non ci sono stati colloqui ad alti livelli e il Biscione è chiaro: prima si applica il contratto firmato, poi eventualmente si discute.

La causa di Fininvest

Il tempo è poco e nei prossimi giorni, inoltre, alla causa di Mediaset che esige l’ esecuzione dell’ acquisto della pay tv valorizzata 765 milioni e lo scambio azionario del 3,5%, si aggiungerà anche quella di Fininvest. La holding della famiglia Berlusconi è pronta a chiedere conto ai francesi dei danni subiti in qualità di azionista: i titoli, dopo lo strappo, sono arrivati a perdere oltre il 20% del valore, per poi ricominciare a recuperare sulla speranza di un’ intesa.

I tempi del Tribunale

Per uscire dall’ impasse c’ è tempo fino al 30 settembre, la data del «closing» previsto dagli accordi firmati in aprile. Poi, sul tavolo, potrebbe finire anche l’ arma più pesante: la richiesta di risarcimento per un miliardo e mezzo fatta trapelare nel documento depositato al Tribunale di Milano. La prima udienza dovrebbe essere convocata piuttosto rapidamente, nel giro di due-tre settimane.

Le strade per tentare di riaprire la trattativa, che da giorni circolano sotto forma di report firmati dagli analisti, sarebbero sostanzialmente tre.

Il ruolo di Lazard 

Nel primo scenario, Vivendi e Mediaset deterrebbero un controllo paritetico della pay tv, che entrerebbe nella piattaforma in stile Netflix senza pesare sui conti di uno solo dei possibili alleati. La seconda possibilità è che Vivendi salga effettivamente nel capitale di Mediaset, come proposto a luglio, ma a una quota inferiore al 15% in modo di non sottrarre a Fininvest il controllo del gruppo televisivo. La terza prevede un ruolo per Telefonica, visto che Telecom ha dichiarato più volte di non voler entrare nella partita. Ma gli spagnoli, già presenti con l’ 11% nel capitale del Biscione, hanno già preparato l’ uscita e ora aspettano di capire che cosa succederà.

Sullo sfondo, le mosse di Lazard, la banca d’ affari salita attorno al 5% del capitale di Mediaset proprio mentre scoppiava lo scontro tra Cologno e Parigi. La quota è gestita dai fondi ma tempi e consistenza dell’ operazione hanno fatto ipotizzare ai mercati che dietro possa esserci un investitore forte.

(Nella foto, il logo di Mediaset-Vivendi)