Pubblicato il 06/08/2016, 12:30 | Scritto da Francesco Sarchi
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Tv, in Italia Netflix non decolla Così Vivendi cambia strategia

Tv, in Italia Netflix non decolla Così Vivendi cambia strategia
Ora Bollorè teme meno la concorrenza della piattaforma digitale. L'esperto dei media: Il sito ha pochi contenuti europei. E ha sbagliato a lasciare a Sky la serie cult "House of Cards". Così Elena Comelli sul Quotidiano Nazionale.

La ritirata da Mediaset si spiega anche col cambio di obiettivi sullo streaming

Rassegna stampa: Quotidiano Nazionale, pagina 26, di Elena Comelli

Tv, in Italia Netflix non decolla Così Vivendi cambia strategia

Ora Bollorè teme meno la concorrenza della piattaforma digitale

LA RITIRATA estiva dei francesi di Vivendi da Mediaset Premium si è abbattuta sul mercato italiano come un fulmine a ciel sereno, ma non solo in Italia tira aria di smobilitazione per la prima Internet tv latina, che con le nozze fra la francese Canal+ e l’italiana Premium doveva contrastare l’ascesa di Netflix in Europa Mentre a Milano gli sherpa di Vincent Bollore e Silvio Berlusconi cercano di salvare il salvabile dell’accordo fra Vivendi e Fininvest, a Berlino il finanziere bretone sta per chiudere Watchever, il versante tedesco della nuova piattaforma. La ritirata di Vivendi dalla Germania, in base alle indiscrezioni raccolte da Variety (malgrado il no comment dei francesi), andrà a compimento entro la fine di quest’anno. BOLLORÉ sembra quindi aver perso interesse per la grande costruzione vagheggiata all’inizio di quest’anno, forse per timore di scontrarsi con un mercato molto competitivo in Germania e poco remunerativo in Italia. La concorrenza di Netflix e Amazon ha tagliato le gambe alla piattaforma tedesca, che non è mai riuscita ad arrivare all’utile. In Italia, invece, gli abbonati di Netflix crescono meno del previsto e secondo Bruno Zambardino, direttore dell’Osservatorio Media di I-Com, il colosso americano è «a rischio flop senza una sterzata sulla programmazione». Il mercato italiano è particolarmente ostico soprattutto per la bassa penetrazione della banda larga. Ma secondo Zambardino anche le carenze di contenuti giocano un ruolo importante. «Netflix ha dichiarato che la porzione di contenuti europei all’interno della sua offerta dovrebbe rappresentare il 20% dell’intero catalogo, ma questo non può bastare. Senza prodotti italiani e senza il calcio, che per gli spettatori nostrani è fondamentale, la Internet tv di Reed Hastings rischia dunque di fallire lo sbarco nella Penisola. Per di più Hastings è in difetto anche sulle serie americane più amate, come “House of Cards”, che in Italia per ora è ancora trasmessa in esclusiva su Sky, con grande delusione degli utenti di Netflix. Non a caso all’inizio di quest’anno gli utenti Netflix paganti erano appena 110mila e non è chiaro quanti dei 170mila che hanno scelto di usufruire di un mese gratuito abbiano poi confermato l’abbonamento. Anche sul piano globale, gli ultimi dati in arrivo da Netflix non sono entusiasmanti: nel secondo trimestre dell’anno gli utenti sono saliti di 1,68 milioni di unità (molto meno dei 2,5 milioni previsti), attestandosi a 83 milioni. Di questi, 1,52 sono arrivati da fuori gli Stati Uniti e 160mila dagli Usa. IN PIÙ, in Italia c’è un problema di costi. Otto internauti italiani su dieci, in base a un’indagine di Nextplora, guardano serie tv o film sui siti gratuiti. Fa da padrone YouTube con il 57% di utenti, seguito da Rai.tv (40%) e Cbo1.com (24%). In complesso, il 78% degli utenti nel 2015 ha scelto contenuti gratuiti o piratati. Solo il 15% degli intervistati ha dichiarato di avere utilizzato in esclusiva i siti di streaming a pagamento. Il 48% ha provato Netflix, seguito da Infinity di Mediaset (40%) e Skyonline (37%). La spesa è contenuta: il 45% di utenti non ha sborsato più di 10 euro al mese. In queste condizioni, è chiaro che lo spazio per le piattaforme a pagamento è davvero ridotto.

(Nella foto il logo di Netflix)