Pubblicato il 02/08/2016, 13:32 | Scritto da La Redazione

Pubblicità: Rai e Sky volano con gli Europei. Male la carta stampata

Pubblicità: Rai e Sky volano con gli Europei. Male la carta stampata
Nielsen: +9,1% di raccolta a giugno e +5,1% nel semestre. Trainanti il web con Google e Facebook e la tv (+17,8% nel mese). Forte spinta dagli Europei di calcio. Crescono tlc (+11,6%) e distribuzione (+20,2%). Così Andrea Biondi su “Il Sole 24 Ore”.

Pubblicità, sei mesi a gonfie vele

 

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 12, di Andrea Biondi.

Nielsen: +9,1% di raccolta a giugno e +5,1% nel semestre. Trainanti il web con Google e Facebook e la tv (+17,8% nel mese). Forte spinta dagli Europei di calcio. Crescono tlc (+11,6%) e distribuzione (+20,2%).

Per tornare a un primo semestre positivo per gli investimenti pubblicitari in Italia occorre spostare le lancette al 2010. Da allora il mercato è andato giù lungo un piano inclinato interrotto ora dai primi sei mesi di quest’ anno. Il dato è inequivocabile, sia che si consideri il perimetro storicamente monitorato dalla Nielsen (che non comprende search e social e quindi Google, Facebook e Twitter che però incide molto meno), sia stimando la performance del mercato a tutto tondo (con risultati comprensivi quindi dei colossi del web per i quali il dato viene solo stimato). E così, considerando tutto il mercato degli investimenti pubblicitari, il mese di giugno si è chiuso per la Nielsen con un aumento su base annua del 9,1%, per un incremento, calcolato su tutto il semestre del 5,1%. Senza search e social l’aumento di giugno stimato da Nielsen è dell’8,1% con un primo semestre a +3,5 per cento. «Nei primi sei mesi – ha spiegato Alberto Dal Sasso, di Nielsen – il mercato si è dimostrato in linea con le aspettative di crescita grazie al traino degli Europei di calcio e a un trend economico che sembra aver lentamente ridato fiducia alle aziende e alla loro propensione all’investimento».

Per Dal Sasso, quindi, «per il 2016, a meno di debacle difficili da prevedere al momento, se il secondo semestre dovesse viaggiare in terreno appena positivo, diciamo vicino al +1%, si confermerebbe una chiusura attorno alla cifra del +3%». Nel commentare i dati esprime soddisfazione il presidente dell’Upa (aziende che investono in pubblicità) Lorenzo Sassoli de Bianchi. «Il mercato della comunicazione pubblicitaria – ha detto il presidente Upa -ribadisce nel primo semestre dell’anno il suo ruolo di traino crescendo a ritmi multipli rispetto al Pil». Questa è anche «un’ulteriore conferma anche di quanto le imprese che investono in comunicazione credano nella ripresa economica del Paese». A conti fatti, i vincitori di questa partita sono Google, Facebook e la Tv. Per quanto riguarda i primi due, il gap fra il perimetro “monitorato” da Nielsen (-1,9% nel semestre) e quello complessivo stimato (+8,3%) lascia poco spazio a dubbi.

Nel 2015 l’istituto stimava per loro 1,7 miliardi di raccolta. Per il piccolo schermo lo slancio è arrivato senz’altro dagli ultimi Europei di calcio. La Tv ha chiuso a +17,8% a giugno e +7,8% nel primo semestre. Nel dettaglio, a quanto ricostruito dai centri media per II Sole 24 Ore, per Rai e Sky (che hanno trasmesso le partite di Euro 2016) la raccolta è salita rispettivamente del 41% e dell’82,8 per cento. Nel contempo Mediaset ha chiuso giugno a +0,3% annuo, Discovery a +8,2% e La7 a +1,8 percento. Nei sei mesi, il gruppo di Cologno (che con il suoi 1,14 miliardi vale il 55% del totale mercato Tv) secondo Nielsen ha chiuso con raccolta in aumento del 3,8% seguito, per valore, dai 454,6 milioni di Rai (+10,1%), dai 267,3 milioni di Sky (+21,1%), dai 114,7 di Discovery (+174%) e dagli 83,9 milioni di La7 (+2,3%). Bene anche il cinema (+18,4% nel semestre) ma che vale poco (7,5 milioni su 3,4 miliardi). Male invece quotidiani (-4,9%) e periodici (-3%). Per la radio male giugno (-4,8%), ma il semestre si consolida a +0,6%. Quanto ai settori, crescono le tlc (+11,6%), la distribuzione (+20,2%) e i farmaceutici e sanitari (+10,1%), cui si contrappongono i cali della finanza (-14,8%) e dell’abbigliamento (-7,2%).