Pubblicato il 23/04/2016, 12:01 | Scritto da La Redazione

Rai, nel mirino le assunzioni record

Rai, nel mirino le assunzioni record
Venti contratti in nove mesi, 8 milioni di euro spesi. Dire che a viale Mazzini non hanno preso bene l’infornata di assunzioni (e se ne stanno preparando altre) è dire poco o niente. Così su La Stampa.

“Violati statuto e anticorruzione”. Le accuse dei sindacati interni e del pd Anzaldi

Rassegna Stampa: La Stampa, pagina 11, di Paolo Festuccia

Venti contratti in 9 mesi Nella nuova Rai è record di assunzioni

Rai, nel mirino le assunzioni record “Violati statuto e anticorruzione”

Le accuse dei sindacati interni e del pd Anzaldi. Venti contratti in nove mesi, 8 milioni di euro spesi

I sindacati parlano di «occupazione di posti e poltrone», i dirigenti Rai (Adrai) sono in ebollizione, e i giornalisti con l’Usigrai in trincea. Dire che a viale Mazzini non hanno preso bene l’infornata di assunzioni (e se ne stanno preparando altre) è dire poco o niente. Per ogni nuovo arrivato – raccontano al settimo piano della Tv pubblica – c’è un dirigente pronto a far causa. L’ultimo ad uscire con accordo (e congrua buonuscita) è l’ex direttore di Raiuno, Mauro Mazza. Altri mirano al giudice del lavoro, altri ancora chiamano in causa la Corte dei conti. Perché venti assunzioni (più varie consulenze) in pochi mesi non si erano mai viste alla Rai (l’ex dg Masi ne aveva fatte 5, la Lei 3 e Gubitosi si era spinto sino a 16): tutte, tra l’altro, con contratti pesanti per remunerazione e costi aziendali. Mediamente 8 milioni di euro di spesa in più per le casse del servizio pubblico. Tanti o pochi che siano, certamente sufficienti a scatenare polemiche. Non solo per i costi, ma soprattutto per come le assunzioni sono state fatte. «Fuori dalle regole» secondo Michele Anzaldi del Pd e un’altra nutrita schiera di parlamentari delle opposizioni e comunque fuori dal perimetro che lo statuto prevede del 5% rispetto al totale dei 252 dirigenti. Più o meno 13 per lo statuto Rai, che non solo puntualizza i termini dell’articolo 3 della legge di riforma Rai ma stabilisce pure che i dirigenti esterni debbano essere assunti a tempo determinato (e non indeterminato) e resta in carica per il periodo del vertice. Ora da agosto scorso il nuovo direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto di persone a viale Mazzini ne ha portate 20. Otto in più rispetto al tetto fissato e approvato dal Mef (che è anche l’azionista della Rai) anche se la dirigenza Rai potrebbe obiettare che molte delle assunzioni sono state fatte quando ancora lo statuto non era stato approvato. Già, ma qualche malizioso fa notare, «non è casuale che lo statuto sia stato approvato tardi proprio per fare assunzioni prima». E molte di queste sono state fatte a cavallo tra l’approvazione della legge e il varo dello Ma al di là delle strumentalizzazioni sono state rispettate le regole? E soprattutto, sono stati rispettati gli obblighi che prescrive la legge anticorruzione? In buona sostanza, la Rai ha fatto quello che racconta sul proprio sito nella sezione «acquisizione e progressione del personale»?

Ora, nella parte attinente l’anticorruzione (che i nuovi vertici hanno condiviso anche con l’Anac di Cantone) a pagina 98 al capitolo 1, è scritto che «preventivamente all’avvio del processo di reclutamento di personale sul mercato» è «obbligo», (non facoltativo) «una ricognizione preliminare della disponibilità di risorse interne adeguate in termini qualitativi e quantitativi a ricoprire la posizione ricercata». Le ricognizioni interne, vanno «effettuate tramite lo strumento di “job posting”». Strumento, che (come segnale l’ufficio stampa Rai) in occasione del via libera al piano industriale, è stato sì attuato per i «4 giornalisti» che lavoreranno al fianco di Carlo Verdelli ma non per le altre posizioni apicali. O meglio, il «job posting» è stato utilizzato per il capo della redazione di Palermo, Bruxelles, Cosenza ed altre redazioni ma non per i i venti dirigenti assunti. Capitolo a parte, la direzione creativa: è vero che è andato un interno, Massimo Maritan ma a fare il vice è stato chiamato da Discovery Roberto Bagatti. Finora, insomma, nessuna selezione interna – a dispetto di quanto stabiliscono le leggi anticorruzione – sembrerebbe stata aperta per le direzioni di rete, le vice direzioni (Raidue Francesca Canetta, Raitre Alessandro Lostia), il capo dello staff (Guido Rossi) quello del marketing (Cinzia Squadrone), dei rapporti istituzionali (Giovanni Parapini). Al punto che i dirigenti Rai si chiedono: è possibile che addirittura per le vice direzioni di rete, per il digital, il brand, il marketing o l’ufficio stampa non ci fossero figure interne? E per la sicurezza? Quest’ultimo è il caso più singolare. Sembra la solita barzelletta: c’è un francese, un italiano… Il primo assunto da CDO, Genseric Cantournet non aveva il nos (nulla osta sicurezza) e quindi è stato richiamato «in servizio» Alfondo D’alfonso: due capi per una poltrona.