Pubblicato il 09/04/2016, 16:01 | Scritto da La Redazione
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Rassegna Stampa: Partita l’alleanza Mediaset-Vivendi

Nasce una nuova piattaforma di contenuti

 

Rassegna Stampa: Il Messaggero, pagina 17, di Carlotta Scozzari

 

Partita l’alleanza Mediaset-Vivendi

Premium ai francesi viene valutata 756 milioni? I due gruppi si scambiano il 3,5% di azioni

Telefonica esce con 20 milioni di minusvalenza Nasce una nuova piattaforma di contenuti

 

L’OPERAZIONE

ROMA Nuova alleanza sull’asse degli affari italo-francesi: Mediaset e Vivendi uniscono le forze nel settore dei contenuti video e televisivi e si scambiano una partecipazione del 3,5%. Passa, inoltre, ai francesi la tv a pagamento Mediaset Premium.

A mercato chiuso, dopo il consiglio straordinario del gruppo del Biscione, ieri le due società hanno finalmente svelato i dettagli di un’unione di intenti nell’aria ormai da giorni. Un’alleanza che poggia sull’amicizia di lunga data che lega il finanziere bretone patron di Vivendi, Vincent Bolloré, all’ex premier italiano, Silvio Berlusconi, azionista di maggioranza di Mediaset. Il gruppo di Cologno Monzese e quello parigino, annuncia la nota di Vivendi, «hanno concordato di sviluppare una partnership industriale, a livello internazionale, che comprende varie iniziative per la produzione e la distribuzione in comune di contenuti audiovisivi e la creazione di una piattaforma tv globale over-the-top (Ott), vale a dire in grado di competere con colossi anglosassoni del rango di Sky e Netflix.

Nel dettaglio, spiega la nota di Mediaset, le due società daranno vita a «una nuova major europea per la creazione di contenuti» e alla «prima piattaforma pan-europea di streaming di contenuti on demand». Il 3,5% di Vivendi sarà scambiato con un’analoga quota del Biscione, ma, poiché la capitalizzazione della società di oltralpe è molto maggiore, ai francesi andrà anche Mediaset Premium.

IL RUOLO DI CREDIT SUISSE

La tv a pagamento, che consente di vedere le partite di calcio della serie A e della Champions League ma non contiene i film e le serie tv (rimaste sotto il cappello Mediaset), nell’ambito dell’operazione, è stata valutata 756 milioni. «Avevamo avuto un’offerta da un concorrente satellitare di Premium», ha rivelato l’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi con chiaro riferimento a Sky, lasciando intendere che la singola valutazione potesse essere più generosa. «Chiaramente ha aggiunto l’ad di Mediaset, che ha anche escluso qualsiasi disimpegno della famiglia Berlusconi da media ed editoria in termini di opportunità strategica abbiamo ritenuto questa opzione molto, molto migliore. Lo dico non solo perché Sky per una volta si troverà un concorrente, e questa cosa vale non solo per il mercato della tv, ma per l’Italia in generale, perché noi rimaniamo in gioco sulla pay, perché continueremo a essere un editore e produttore nei canali non calcio». Nell’operazione il gruppo italiano è stato assistito da Credit Suisse e JpMorgan. Sta di fatto che la valutazione di Mediaset Premium è inferiore a quella di 900 milioni cui si era arrivati alla fine del 2014, quando era stato raggiunto l’accordo per l’ingresso all’11,11% degli spagnoli di Telefonica. Ora questi ultimi coglieranno l’occasione per uscire da Premium, con una minusvalenza di una ventina di milioni, lasciando il campo libero a Vivendi e replicando un passaggio di consegne già visto in Telecom Italia, dove i francesi sono quasi al 25 per cento. Ora, tra l’altro, si guarda proprio a Telecom per capire quali saranno le conseguenze dell’alleanza Mediaset-Vivendi. Una volta chiusa l’operazione secondo le previsioni a fine settembre le società coinvolte non potranno vendere le reciproche

azioni per tre anni (lock up). Non solo: Vivendi e Fininvest, finanziaria della famiglia Berlusconi azionista di riferimento di Mediaset, sottoscriveranno un patto parasociale di stabilità, stando al quale nel primo anno i francesi non potranno effettuare alcun acquisto di azioni del Biscione. Nel secondo e terzo anno, invece, Vivendi non potrà possedere più del 5% complessivo. Nei giorni scorsi, era stato ipotizzato che le due società potessero scambiarsi dei rappresentanti nei rispettivi consigli di amministrazione.

«A oggi ha detto a riguardo Pier Silvio Berlusconi il mio ingresso nel cda di Vivendi non è previsto, ma non è escluso che avvenga in futuro».

 

(Nella foto, Vincent Bollorè)