Pubblicato il 22/12/2015, 19:31 | Scritto da Francesco Franchi

Rai: approvata la Riforma

Rai: approvata la Riforma
L'introduzione della figura dell’ad con i super poteri, un cda snello e non più eletto dalla Vigilanza, il presidente di garanzia e il canone in bolletta. Sono alcuni dei punti della riforma della governance Rai.

Riforma Rai è legge. Il sì del Senato è arrivato per alzata di mano. Tra i punti salienti c’è l’introduzione della figura dell’ad in Rai, di un cda più “snello” (si passerà da 9 membri a 7 a partire dal 2018) e non più eletto dalla Vigilanza e l’introduzione del Presidente di Garanzia. E poi il pagamento del canone Rai in bolletta, che tanto ha fatto parlare negli ultimi mesi. Da oggi, quindi, l’attuale dg Antonio Campo Dall’Orto acquisirà i poteri previsti dalla riforma mantenendo comunque quelli attuali.

Ecco alcuni punti:

Canone: il costo diminuisce (13 euro) ma a pagare il canone saranno tutti, grazie all’addebito nella fattura elettrica. Si verserà in dieci rate da gennaio a ottobre.

Il SUPER AD – Sarà nominato dal Cda su proposta dell’assemblea dei soci (il ministero dell’Economia) e rimane in carica per circa tre anni. Nominerà i dirigenti e potrà assumere e promuovere di dirigenti (non di prima fascia) e i giornalisti di ogni grado, su proposta dei direttori, decidendone la collocazione in azienda e nelle redazioni.

Contratti – L’ad può firmare contratti fino a 10 milioni di euro. Una norma transitoria attribuisce in via provvisoria al Direttore generale (nelle more della nomina dei nuovi Cda e Dg) i compiti e i poteri spettanti all’Ad. Compiti e poteri che quindi andranno all’attuale dg, Antonio Campo dall’Orto.

Piano Industriale, preventivo di spesa e reclutamento del personale – Spetta all’Ad provvedere anche all’attuazione del piano industriale e del preventivo di spesa annuale e sentito il parere del Consiglio di amministrazione, definire i criteri e le modalità per il reclutamento del personale e quelli per il conferimento di incarichi a collaboratori esterni; proporre all’approvazione del Cda il (nuovo) Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale.

Le nomine dei direttori di reti e giornalisti. L’amministratore delegato nominerà i «direttori delle reti televisive, dei canali e delle testate» giornalistiche, oltre ai dirigenti di prima fascia. Sui candidati alle reti e ai canali tv, l’ad dovrà sentire il Cda che però non potrà bocciare le sue scelte. Sui candidati alle testate giornalistiche il Cda potrà respingere i nomi dell’ad. Ma dovrà disporre di una maggioranza dei due terzi dei voti. Serviranno cioè almeno 4 voti in un Cda che si comporrà di 7 membri.

Cda– I componenti del Cda (quello attuale rimarrà fino al 2018) diventeranno 7 rispetto gli attuali 9: quattro eletti da Camera e Senato, due nominati dal governo e uno designato dall’assemblea dei dipendenti. Lo stipendio dei Consiglieri Rai (oggi è di 66 mila euro lordi) potrà arrivare fino a a 240 mila euro.

Presidente Di Garanzia E’ stata introdotta la figura del “presidente di garanzia”, che viene nominato dal cda tra i suoi membri, ma deve ottenere il parere favorevole della Commissione di Vigilanza con i due terzi dei voti.

I contratti. L’amministratore delegato firmerà contratti fino a 10 milioni. Superata questa soglia, dovrà avere il consenso da parte del Consiglio di amministrazione.

La revoca. L’amministratore delegato, che non può essere dipendente della Rai, è nominato dal Consiglio di amministrazione «su indicazione dell’assemblea dei soci» della tv di Stato, composta dal ministero dell’Economia e dalla Siae.

I compensi. Dovranno essere pubblici quelli dei consiglieri d’amministrazione, dei dirigenti di ogni livello anche non dipendenti, e di chiunque riceva dalla Rai 200 mila euro o oltre. Non vale lo stesso principio per le star di cui non c’è alcun obbligo di pubblicazione degli emolumenti.

Gli esterni. Lo Statuto aziendale preciserà quanti dirigenti esterni sia possibile assumere con contratto a tempo determinato che in ogni caso terminerà entro 60 giorni dalla fine del mandato dell’ad.

 

Francesco Franchi

(Nella foto, un’immagine di archivio)