Pubblicato il 08/06/2020, 14:01 | Scritto da La Redazione
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Per favore, chiamatela Nonna Rai

Nonna Rai: quanti programmi per gli anziani

Libero, pagina 21, di Gianluca Veneziani.

Più che Mamma Rai, bisognerebbe chiamarla Nonna Rai. Una vecchietta over 65 che prova a tenere botta senza più atteggiarsi a giovane, ma dichiarando senza reticenze il peso dei propri anni. L’età della tv di Stato, 66 primavere, coincide sempre più con quella del suo pubblico medio, che un gigante del piccolo schermo come Maurizio Costanzo in un’intervista su Libero ha giustamente identificato con i pensionati «sfonda-divano». E non solo: ora corrisponde anche all’età dei protagonisti delle storie e dei temi trattati, nei “nuovi” format anagrafici in cantiere. Per farla breve, la tv, per svecchiarsi, oggi punta sui vecchi.

Una popolazione che invecchia

La scelta editoriale della Rai nasce evidentemente dalla constatazione dell’invecchiamento progressivo della popolazione. E dalla consapevolezza che il target della tv, e in particolar modo quello del servizio pubblico, è fatto sempre più da gente over 60, dato che i giovani puntano su altri canali e scelgono altri strumenti, come social e nuove piattaforme. Una scelta dunque figlia di realismo e di uno stato di necessità.

Allo stesso tempo però appare evidente una ragione di opportunità: e cioè, l’intenzione di celebrare la categoria più fragile e più colpita dal virus, una fascia anagrafica falcidiata e di cui si sta riscoprendo la fondamentale importanza, sia in termini di memoria storica che di molo sociale, tra custodia di ricordi e insegnamenti e assistenza ai nipotini. Parlare dei vecchi diventa così un modo nobile per riscattare la loro immagine di emarginati e pesi inutili e vincere quella «cultura dello scarto», cui spesso ha fatto riferimento Papa Francesco. I nonni, nuovi miti post-moderni e post-corona.

Questa linea riscatta finalmente il racconto di un Paese che a lungo è stato gerontocratico nella sostanza ma non nella sua rappresentazione. Che vedeva i grandi vecchi nei moli di potere, in politica, nelle università, alla guida delle aziende, e che tuttavia dimenticava gli anziani comuni nella dimensione quotidiana, nel vissuto privato.

 

(Nella foto Domenico Modugno)