Pubblicato il 14/11/2023, 15:02 | Scritto da La Redazione

6º rapporto Auditel-Censis: i quattro punti chiave

6º rapporto Auditel-Censis: i quattro punti chiave
Sorpasso delle Smart Tv (triplicate) sui televisori tradizionali. Gli schermi connessi sono 97 milioni. Cresce il numero delle famiglie con banda larga. E lo streaming è sempre più amato.

IL SORPASSO DELLA SMART TV

  • Il 2023 sarà ricordato come l’anno in cui, dopo una progressione continua ed ininterrotta durata circa quindici anni, le Smart TV hanno raggiunto e superato le TV tradizionali, per cui oggi nelle case degli italiani ci sono complessivamente 21 milioni di Smart TV e 20 milioni e mezzo di TV tradizionali.
  • Negli ultimi sette anni le TV tradizionali si sono ridotte di 12 milioni e 100.000 esemplari, mentre le Smart TV sono triplicate, passando da poco più di 7 milioni a 21 milioni (+ 13 milioni e 600.000 in valore assoluto).
  • I nostri salotti somigliano sempre di più a sale cinematografiche. Infatti, i nuovi televisori sono più grandi rispetto al passato. Nel 2017 i televisori di 50 pollici o più erano meno di 2 milioni, pari a circa il 4% del totale, ora sono oltre 6 milioni, il 14,1% del totale. Sono triplicati in sette anni. Sempre più diffuso anche il 4K, televisore Smart che ha il quadruplo dei pixel di quelli Full HD: è presente in oltre 8 milioni di televisori, il 19% del totale; tre anni fa i televisori con il 4K erano l’11,2%.

97 MILIONI DI SCHERMI CONNESSI

  • Nel 2023 la Ricerca di base Auditel ha contato 122 milioni di schermi presenti nelle case degli italiani: sono cresciuti del 2,2% nell’ultimo anno e del 9,6 % dal 2017 ad oggi, per un media di circa cinque schermi per famiglia e oltre due schermi per individuo.
  • La crescita degli schermi dipende esclusivamente dall’aumento degli schermi connessi, che permettono di integrare i contenuti della TV lineare con l’offerta in streaming: nel 2023 sono 97 milioni e 300 mila, cresciuti del 31,7% negli ultimi sette anni e del 4,4% nell’ultimo anno, con una media di quattro schermi connessi per abitazione.
  • Agli schermi connessi andrebbero aggiunti almeno altri due dispositivi smart che hanno fatto ingresso nelle case degli italiani negli ultimi dieci anni e che hanno funzionalità diverse, tra cui anche quella di seguire contenuti audio e video in streaming: lo smart speaker e lo smart watch.
  • Negli ultimi due anni le famiglie con smart speaker sono aumentate del 29,2%. Aumentano anche le famiglie che hanno in casa almeno uno smartwatch, che sono oltre 1 milione e 200.000, pari al 5,0% del totale, e sono cresciute del 43,4% negli ultimi due anni.

CRESCE IL NUMERO DELLE FAMIGLIE CON BANDA LARGA, PERÒ…

  • Al momento, il 63,1% delle famiglie italiane, 15 milioni e 400.000 nuclei in valore assoluto, vive in abitazioni che dispongono della banda ultra-larga per come è intesa dalla Ricerca di Base Auditel, vale a dire che accedono ad internet tramite Adsl o fibra ottica o satellitare: negli ultimi sette anni sono cresciute del 17,1%. Mancano ancora all’appello 9 milioni e 100.000 famiglie, dove vivono 17 milioni e 100.000 individui.
  • Questi dati testimoniano di come sia ancora lunga la strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo stabilito dal PNRR all’interno della Strategia per la banda ultralarga, che prevede connessioni a 1 Gigabit su tutto il territorio nazionale per tutti i cittadini entro la fine del 2026. Non basta.
  • Restano fuori dalla vita digitale due milioni di nuclei famigliari, pari all’8,3% del totale, composti per lo più di persone che vivono sole, per un totale di 2 milioni e mezzo di italiani che non accedono ad internet da casa.
  • Tra i nuclei famigliari, il 30,2% possiede solo una connessione mobile che non sempre ha una velocità e una capacità tali da supportare al meglio tutte le attività; e, soprattutto, 5 milioni e mezzo di famiglie, il 22,4% del totale si collega solo con smartphone. 

LO STREAMING CONTINUA A GALOPPARE

  • Nel 2023, 26 milioni e 300.000 italiani, il 45,8% del totale, guardano contenuti audio e video in streaming su piattaforme e siti web: nel 2017 erano il 27% del totale e non raggiungevano i 16 milioni.
  • Sono aumentati del 66,2% nei sette anni considerati, con una spinta decisiva nell’anno della pandemia che si è mantenuta negli anni successivi (+7,3% dal 2022 al 2023).
  • Di fronte ad una tale trasformazione dei consumi, che vede protagonisti sul palcoscenico globale grandi gruppi multinazionali, i broadcaster italiani non si sono fatti trovare impreparati, anzi! Oggi con i loro cataloghi e le loro piattaforme, hanno dimostrato di poter tenere con gli ascolti lineari e recuperare preziose quote di ascolto aggiuntivo sulle piattaforme digitali.