Pubblicato il 09/11/2023, 17:01 | Scritto da La Redazione

Pier Silvio Berlusconi ammonisce la politica: Non toccate la Rai

Pier Silvio Berlusconi ammonisce la politica: Non toccate la Rai
Così colloquiando con il Corriere della Sera, il proprietario del Biscione ha fatto capire come qualsiasi mossa per squilibrare il duopolio Rai-Mediaset abbia dei contraccolpi immediati su Cologno Monzese. Si riferisce, Pier Silvio Berlusconi, anche al taglio del canone. Così su Il Foglio.

Berlusconi avvisa la Lega (e un pezzo di Fdl): “Lasciate perdere la Rai”

Il Foglio, di Luca Roberto, pag. 3

Così colloquiando con il Corriere della Sera, il proprietario del Biscione ha fatto capire come qualsiasi mossa per squilibrare il duopolio RaiMediaset abbia dei contraccolpi immediati su Cologno Monzese. Si riferisce, Pier Silvio Berlusconi, anche al taglio del canone. Una misura avanzata dalla Lega, convinta da tempo che la Rai vada colpita per la sua impopolarità nella pancia del paese. E per questo difesa anche dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nelle pieghe dell’ultima legge di Bilancio. Fatto sta che però quel taglio di 20 euro al mese il governo ha dovuto compensarlo versando alla tv di stato altre risorse, per vie traverse. E quando si è arrivati addirittura a paventare l’ipotesi di allargare le maglie della raccolta pubblicitaria per le reti del servizio pubblico, subito s’è fatta palese la contrarietà (non a caso) di Forza Italia: avrebbe comportato l’entrata in competizione e quindi minori entrate per la stessa Mediaset. E insomma è evidente che Pier Silvio parli sperando che dal Carroccio intendano l’avvertimento: imbarcarsi in questa battaglia è dispendioso e controproducente per tutti. Eppure nella Lega lamentano da tempo di essere rimasti ai margini del potere catodico che conta. Quando s’è trattato di ridisegnare radio e tv, i leghisti hanno puntato sulla prima ma non ne sono rimasti così sazi. E anche Matteo Salvini, che fa campagna contro la Rai sin da quando è stato eletto segretario della Lega per la prima volta nel 2013, vorrebbe maggior spazio per far valere il potere contrattuale del Carroccio all’interno della maggioranza. L’obiettivo è quello di riuscire ad acquisire maggior peso in una rete che si vorrebbe far propria. In questi tentativi il Capitano sa di poter contare sulla figura di Marcello Ciannamea, alla Direzione coordinamento editoriale palinsesti televisivi, considerato vicino al ministro delle Infrastrutture. E però, raccontano alcuni, sempre più confidente del direttore generale Rossi.

Ma il monito di Berlusconi ha, come abbiamo già detto, anche altri destinatari, rimasti per lo più, per adesso, in un cono d’ombra: e cioè anche esponenti di primo piano del partito di Giorgia Meloni. Tra questi ci sarebbe anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, anch’egli sempre più convinto che un’azienda che arruola circa 12 mila dipendenti, ha più di 2 mila giornalisti, quasi 700 milioni di euro di debito destinati a lievitare verso il miliardo, vada trattata alla stregua di vertenze come l’ex Ilva o l’ex Alitalia. Della serie: prima o poi dovremo porci il problema di renderla economicamente sostenibile sul libero mercato. E allora perché non iniziare da subito a ragionare su una rivoluzione che metta a soqquadro l’architettura di Viale Mazzini, a partire dalla scelta del nuovo amministratore delegato dal prossimo giugno, alla scadenza dell’incarico affidato pro tempore a Roberto Sergio? Sono scenari che preoccupano i Berlusconi perché, in un mercato in cui in maniera sempre più vigorosa si prendono i loro spazi nuovi player non generalisti come Nove – per non parlare di La7, che dopo Gramellini e Augias sta per annunciare una nuova edizione del “Milionario” con Fedez – il venir meno di una Rai classica per Mediaset sarebbe un’incognita indigeribile.
(Continua su Il Foglio)