Pubblicato il 23/10/2023, 19:03 | Scritto da La Redazione
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Sempre meno spettatori per la Tv, è “colpa” dei giovani?

Sempre meno spettatori per la Tv, è “colpa” dei giovani?
Agcom segnala per il primo trimester del 2023, rispettoallostessoperiodo del 2022, una flessione del 5,8%- da 9,61 a 9,06 mln. Così Andrea Bosco sul Quotidiano del Sud.

Tv, ascolti in caduta libera Gusti e alternative della Gen Z

Quotidiano del Sud, di Andrea Bosco, pag. 15

Una delle poche certezze degli ultimi anni è che sempre più persone riescono a fare a meno del vecchio tubo catodico, una presa di posizione che coinvolge ogni fascia d’età, con un occhio di riguardo all’universo giovanile. Fiction, intrattenimento, reality, quiz: nessuna distinzione tra un format e l’altro. Tutto quello che offre la TV al giorno d’oggi non riesce a catturare l’attenzione di un boomer e neanche quella di un millennial, cresciuto a pane e televisione. Figuriamoci, quindi, quella della generazione Z, vissuta al tempo dei social e dello streaming. Il calo d’ascolti degli ultimi anni è tangibile ed insindacabile, con un regresso che, anno dopo anno, ha visto un crollo progressivo, come dimostrato dai numeri rivelati da Agcom. Gli ascolti TV medi giornalieri del primo trimestre del 2023 mostrano, rispetto al corrispondente periodo del 2022, una flessione del 5,8% (da 9,61 a 9,06 milioni) nel giorno medio; un simile andamento (-5,5%) si registra anche per la fascia oraria del prime time (da 22,23 a 21,02 milioni di spettatori). L’Agcom, inoltre, ampliando l’arco temporale dell’analisi, segnala come gli ascolti del 2023 si siano ridotti di 2,73 milioni (-11,5%) nel prime time e di 1,00 milioni (-9,9%) nel giorno medio rispetto al corrispondente valore del primo trimestre 2019, a testimonianza del crescente gradimento da parte del pubblico dell’offerta in streaming di contenuti video. Nei primi tre mesi dell’anno, nel giorno medio, la Rai guida la classifica con 3,55 milioni di telespettatori (39,2% di share), seguita da Mediaset con 3,40 milioni (37,5%), mentre maggiormente distanziati risultano Discovery (690 mila), Comcast/Sky (630 mila) e Cairo Cornmunication/La7 (340 mila).

Quanto al principali canali dei gruppi considerati (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rete 4, Canale 5, Italia 1, La7, TV8 e Nove), complessivamente nel giorno medio, su base annua, si registra una diminuzione di 540mi1a spettatori (da 6,57 a 6,04 milioni, pari a una riduzione dell’8,2%), con flessioni non marginali per La7 (-22,7%), Rete 4 (-16,5%) e Rai 3 (-13,4%). Numeri considerevoli, che rispecchiano al contempo la scarsa proposta di una televisione incapace di rimodernarsi e imboccare nuove strade. Teo Mammucari, non a caso, nelle scorse settimane esordiva così: “Ho avuto il coraggio di lasciare Mediaset, Le Iene e Tu sì Que Vales. Quanti lo farebbero? Eppure qualcuno pensa che io sia stato mandato via. No, non posso lavorare dove non si fa niente di nuovo da 30 anni”. Come dargli torto. Basti pensare che gli unici programmi che dovrebbero, in qualche modo, attrarre il mondo giovanile sono “Il collegio“, il “Grande Fratello” e “Temptation Island“, famosi per la finzione che propongono. Il resto è un miscuglio di comizi politici trapiantati in televisione che hanno lo scopo di scatenare diatribe tra i vari partiti. Si salvano soltanto tutti quei programmi che indagano su persone scomparse o delitti irrisolti, ma capite bene che i giovani necessitano di un po’ di sana leggerezza. Leggerezza che prima riusciva ad offrire Italia 1, oggi luogo di serie TV mandate in replica in eterno, o il vecchio e mal dimenticato MTV, canale che trasmetteva musica 12 ore al giorno.
(Continua sul Quotidiano del Sud)