Pubblicato il 13/10/2023, 15:03 | Scritto da La Redazione

Gaia Tortora contro la Rai per il documentario sul papà Enzo

Gaia Tortora contro la Rai per il documentario sul papà Enzo
Per una è una «cialtronata», per l'altra «un'operazione di grande pregio». Dietro allo speciale Enzo Tortora, Ho voglia di immaginarmi altrove, in onda stasera su Rai3, c'è la diatriba familiare tra l'ex compagna di Tortora, Francesca Scopelliti, e la sua famiglia d'origine.

Guerra sulla memoria di Enzo Tortora la figlia Gaia contro il documentario Rai

La Stampa, di Francesca D’Angelo, pag. 31

Per una è una «cialtronata», per l’altra «un’operazione di grande pregio». Dietro allo speciale Enzo Tortora, Ho voglia di immaginarmi altrove, in onda stasera su Rai3, c’è la diatriba familiare tra l’ex compagna di Tortora, Francesca Scopelliti, e la sua famiglia d’origine. Una frattura che la Rai è riuscita a riacutizzare, trasformando in polemica quello che doveva essere un sentito omaggio alla memoria. Questi i fatti: a 40 anni dall’ingiusto arresto del presentatore di Portobello, Rai3 racconta l’uomo Enzo Tortora, ma della famiglia non c’è traccia nel documentario. Si vede solo Scopelliti che, ai giornalisti, ha ricordato di essere l’«erede materiale e morale di Tortora»: prima di morire, Enzo le avrebbe affidato la sua «battaglia per la giustizia giusta, con l’impegno di rinnovare la memoria della sua vita di uomo onesto e perbene e di denunciare le disfunzioni che avevano reso possibile il processo napoletano: una eredità onerosa che, con mille difficoltà, ho curato e preservato». La polemica però esplode quando si apprende che la Rai non ha invitato la figlia Gaia Tortora alla presentazione stampa: nel grande giorno in cui si celebrava la memoria di suo padre, c’erano tutti tranne lei. Anzi, c’erano «tutti gli esponenti di centrodestra», come sottolinea Gaia, rimarcando online il proprio dispiacere per l’esclusione.

«Ho rifiutato il progetto ma un invito all’evento era doveroso». Risultato: il direttore di Rai Documentari Fabrizio Zappi bolla come «pretestuosa» l’osservazione. «Pretestuosa?», ribatte Tortora, «Zappi ha usato un aggettivo orrendo. Anche se avesse ragione, non si dice una frase del genere a una figlia, con una situazione così drammatica alle spalle, e senza sapere peraltro nulla delle nostre vite». Tra l’altro il giorno seguente Zappi l’avrebbe cercata via messaggio: «Con molta calma, a cose ormai fatte, mi ha scritto esprimendo il proprio dispiacere e proponendomi di chiarire a voce», conferma Tortora. «Ci siamo telefonati e lui ha cincischiato sostenendo di essersi sbagliato nel fidarsi di chi diceva che non volessi partecipare. Ma un direttore non è l’ultimo arrivato in Rai! Poteva insistere». Nella mischia entra poi Scopelliti che le rimprovera di essersi tirata fuori dal progetto: «La Rai produce, direi finalmente, un documentario bellissimo, un lavoro che avrebbe voluto anche la partecipazione di Gaia Tortora (non è credibile la sua esclusione da parte della Rai!) se lei non avesse preferito rinunciare a una operazione-verità di grande pregio». Nel merito, però, Gaia fa muro: «Non intendo replicare a questa signora, che non nomino nemmeno, e fare il suo gioco. Per me lei è un capitolo chiuso, e molto doloroso, della mia vita. Mi chiedo solo perché parli a nome della Rai o della produzione: a che titolo?».
(Continua su La Stampa)

 

 

 

 

 

(Nella foto Enzo Tortora)