Pubblicato il 05/10/2023, 15:03 | Scritto da La Redazione
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Giampaolo Rossi: “Trovo pigro quel giornalismo che racconta la Rai con morbosità”

La pipa di Giampaolo Rossi: “Ho ereditato una Rai da brividi”

Il Foglio – Inserto, di Carmelo Caruso, pag. 4

Abbiamo trovato la pipa di Giampaolo Rossi, il direttore generale della Rai, l’uomo che per Giorgia Meloni si occupa di televisione. Come quella di René Magritte, che men era una pipa, pure questa è un’intervista. La pipa è ancora calda, con del tabacco. L’ha dimenticata in un caffè surrealista. Una boccata: “Ho profondo rispetto dei giornalisti, stima dei critici televisivi, ma trovo pigro quel giornalismo che racconta la Rai con morbosità, trovo piccine le cattiverie di chi si esercita nel parlar male dell’azienda in cui lavora. Ci sono quotidiani che ormai copiano altri quotidiani pur di irriderla e che si esercitano nel tiro al piattello Rai. La Rai scatena la fantasia di chi dice `vendiamola’ quando l’interesse di tutti dovrebbe essere farla sopravvivere. Di sicuro è l’interesse di chi la guida adesso, di un amministratore delegato straordinario, di un gruppo di lavoro che`ci sta provando malgrado una Rai ereditata che è da brividi, malgrado le critiche feroci, il più delle volte, dispiace dirlo, interessate”. E’ mattina. Al caffè Dali, dove Rossi ha abbandonato la pipa, il televisore è sintonizzato su Rai 3. Gli ascolti di Agora contestati, quelli di Pino Insegno da dimenticare.

Un’altra boccata di tabacco. “Fare televisione è qualcosa di complesso. Accusare e dire che la Rai precipita negli ascolti, fa flop, dopo neppure un mese dall’avvio della programmazione, è come dire che i quotidiani perdono copie per colpa di chi ci scrive, a prescindere. Quando si commenta la crisi dell’editoria si parla di passaggio d’epoca, e giustamente. Anche in televisione occorre analizzare il pubblico, l’età che cambia. Mi piacerebbe che si parlasse di questo, della grande sfida che attende la televisione generalista, anziché delle piccole frustrazioni che ci sono ovunque, in qualsiasi luogo di lavoro. Solitamente, in Rai, c’era una regola non scritta. Quando un nuovo management si insediava, si lasciava almeno un anno prima di parlarne male, prima di condannare dei palinsesti che, ricordo, sono stati assemblati in un mese. E’; ancora, come in un giornale quando, il caporedattore, dieci minuti prima della chiusura, scopre di non avere il pezzo dell’inviato previsto in pagina. Bianca Berlinguer ha lasciato la Rai comunicandolo a ridosso della presentazione dei palinsesti. Chi è arrivato ha dovuto fare i conti con una riforma dei generi che non è mai stata attuata. Con un piano industriale mai approvato. C’era una Rai ferma da mesi”. Fino a poco tempo fa, in Rai, si fumava molto (Carlo) Fuortes. Diamo ancora un po’ di fuoco alla pipa.
(Continua su Il Foglio – Inserto)

 

 

 

 

 

(Nella foto Giampaolo Rossi)