Pubblicato il 05/10/2023, 13:03 | Scritto da La Redazione
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Rai: fra M5S e PD siamo al tutti contro tutti

Rai: fra M5S e PD siamo al tutti contro tutti
É stata nominata presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai col placet (determinante) del Pd (poiché la presidenza spetta all'opposizione e il Pd che già presiede il Copasir, comitato per i servizi segreti, s'è fatto da parte su richiesta dell'alleato-non alleato Giuseppe Conte). Così Carlo Valentini su Italia Oggi.

Sulla Rai il M5s rompe col Pd

Italia Oggi, di Carlo Valentini, pag. 6

É stata nominata presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai col placet (determinante) del Pd (poiché la presidenza spetta all’opposizione e il Pd che già presiede il Copasir, comitato per i servizi segreti, s’è fatto da parte su richiesta dell’alleato-non alleato Giuseppe Conte). Così Barbara Floridia ha potuto sedere sull’importante poltrona e incominciare ad armeggiare su direzioni e organigrammi, e subito nella prima infornata di nomine il suo M5s ha avuto più strapuntini di quelli riservati al Pd, che si è arrabbiato. Adesso il M5s fa un altro sgarbo al Pd, nel primo importante atto politico dall’insediamento, quello dell’approvazione del Contratto di servizio, cioè il documento con cui governo e Rai si accordano sui doveri del servizio pubblico ma anche sugli introiti da canone e pubblicità. In realtà molti dei doveri vengono poi disattesi e non tanto per lo scarso impegno dei vertici Rai quanto per la contraddizione insita nella natura dell’azienda che deve contare anche sul ricavato della pubblicità e quindi rincorrere l’audience (oltre che le pretese dei politici). Floridia ha rotto il fronte dell’opposizione in Commissione (insieme all’altro esponente pentastellato, Alessandro Di Majo) ed è nata un’alleanza tra loro, cioè il M5s (poiché Conte ha dato l’assenso) e il centrodestra. Con Pd, Verdi, Sinistra e ItaliaViva che si sono compattati sul fronte opposto. Alleanze inedite, che confermano una certa fluidità nei rapporti tra le forze politiche, in particolare lo smarcamento dei 5stelle dal Pd (non a caso andranno ognuno per la propria strada alle Europee e c’è da prevedere che non saranno campagne elettorali da gentlemen’s agreement) ma anche l’altalena di Matteo Renzi tra una coalizione e l’altra (che gli ha procurato l’addio a ItaliaViva di Ettore Rosato).

Dice la plenipotenziaria renziana in Commissione di vigilanza, Maria Elena Boschi: «Non è stato possibile trovare una sintesi, nessuna delle proposte di ItaliaViva è stata accolta. Non ha trovato un’attenzione specifica la pluralità della nostra società così come la valorizzazione del ruolo delle donne, nulla sui principi di valorizzazione delle competenze interne all’azienda. Perciò abbiamo votato contro, insieme al Pd». Barbara Floridia è siciliana, 45 anni, è stata capogruppo M5s al Senato e sottosegretaria all’Istruzione nel governo Draghi, è laureata in lettere e docente al liceo di letteratura, ha scritto un libro, Una nuova mappa per l’Italia, con prefazione di Conte. Colei che viene indicata come la regista dell’embrasson nous radiotelevisivo tra Giuseppe Conte e Giorgia Meloni, si difende: «Il testo è il risultato del lavoro di tutte le opposizioni. All’ultimo minuto il relatore di minoranza, il dem Antonio Nicita, ha tolto la firma dopo però avere ammesso che il documento era frutto di un lavoro fatto tutti assieme. Peraltro sono stati accolti anche nella fase finale diversi emendamenti delle opposizioni». E aggiunge: «Per non parlare del fatto che abbiamo costretto il centrodestra a inserire nel contratto l’obbligo per la Rai di presentare una relazione annuale in cui deve puntualmente indicare lo stato d’attuazione del contratto. Cioè adesso dovranno spiegare come, fattivamente, ciò che è scritto nel contratto sia poi diventato qualcosa di concreto. A chi parla di inciucio o di sciocchezze simili dico che si tratta di una narrazione falsa, resa ancor più ridicola dal fatto che a promuoverla sono partiti che si sono resi protagonisti delle spartizioni in Rai o delle peggiori riforme come quella di Renzi del 2015. Oggi, invece, il Pd protesta. Almeno ci risparmiassero l’ipocrisia»
(Continua su Italia Oggi)